Calvi Risorta, 22 maggio: fede, storia, culto e tradizione
Oggi, 22 maggio 2022, Calvi Risorta, come è tradizione, compie un tuffo nel passato rinverdendo momenti di fede, storia, culto e tradizione in quanto ricorda il suo Protettore, San Casto Vescovo e Martire, figura che nel primo secolo del cristianesimo caratterizzò la sua azione pastorale che lo portò al martirio prima e alla santità poi.
Stamane alle ore 11.00 nella Concattedrale della Diocesi di Teano-Calvi, cattedrale romanica del secolo XI, Monumento Nazionale dal 1940, Parrocchia “San Casto nella Cattedrale” – chiesa madre nella città di Calvi Risorta, la comunità di Calvi Risorta e dell’Agro Caleno renderanno memoria liturgica al loro Protettore nel giorno del suo martirio, 22 maggio del 66 d.C., con la celebrazione di un solenne Pontificale di S.E. Mons. Giacomo Cirulli, Vescovo delle Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo, con l’amministrazione anche della Santa cresima. I canti saranno eseguiti dalla corale “San Casto” che eseguirà nella circostanza l’Inno Polifonico di Calvi Risorta a San Casto, composto dal compianto Maestro sacerdote Don Battista Scialdone; testo del canonico Prof. Don Antonio Santillo; strumentazione di Nicola Santillo; direzione: Maestra Rosaria Argenziano; organista: Maestro Angelo Di Bernardo.
Le autorità civili e militari, i responsabili degli Enti e delle Associazioni che operano sul territorio dell’Agro Caleno presenzieranno al “ricordo” del Patrono della Diocesi. L’edificio sacro, sede della celebrazione, ubicato sulla SS Casilina Km. 188, conserva anche le reliquie di San Casto, ritornate di recente nella cattedrale calena per l’interessamento e la premura del parroco Don Antonio Santillo. Alla fine della prima metà del secolo XVIII, l’originario classico stile romanico fu trasformato completamente in quello barocco. La parte meglio conservata dell’antico complesso monumentale è, sicuramente, quella posteriore formata di tre absidi semicircolari sporgenti dal muro perimetrale con una serie di archetti a tutto sesto sotto una cornice a dentelli. Sotto il presbiterio si trova la cripta sorretta da 21 colonne di granito cipollino, lisce e scanalate, con capitelli, ognuno diverso dall’altro, provenienti dall’antica Cales.
A Calvi il cristianesimo pare che sia stato predicato direttamente dall’Apostolo Pietro intorno all’anno 44 e si sostiene che egli vi abbia posto come primo Vescovo San Casto. Ciò sarebbe confermato da un’iscrizione sotto una statua della Vergine: “Nate Patris Summi dejectos erige cales virgo, fave, Baptiste fave tuque optime Caste” che tradotto testualmente in lingua italiana significa “O Figlio del Sommo Padre risollevi Calvi abbattuta o Vergine, o (Giovanni) Battista e tu o ottimo Casto proteggila”.
San Casto esercitò l’episcopato per circa ventidue anni e fu martirizzato a Sinuessa (odierna Mondragone) insieme a San Cassio.
In merito alla vita e al martirio del 1° Vescovo e Patrono di tutta la Diocesi di Calvi nel “Proprium Sanctorum pro Diocesi Calvensi” si legge, tradotto testualmente dalla lingua latina: “Casto, che si venera quale 1° Vescovo di Calvi, dopo aver rinnegata l’avita superstizione, si diede alla sequela di Cristo”. A Sinuessa, odierna Mondragone, Casto, insieme a Cassio, venne sottoposto prima alla lapidazione, trafitto poi dalla spada, l’invitto atleta di Cristo ottenne il martirio. Subito i caleni elessero a loro Patrono il Vescovo che così intrepidamente aveva sparso il sangue per Cristo e con ogni onore ne nascosero il corpo nella basilica paleocristiana di Calvi, denominato tempio di “San Casto Vecchio” che rifatto più volte dopo l’anno mille, rimase aperto al culto fino al 1782 quando, dichiarato inagibile, venne definitivamente abbandonato. I resti di tale basilica, in completo abbandono, si trovano sotto la campata di cemento che sorreggono il viadotto autostradale, tra le uscite di Capua-Caianello, in direzione nord, nel territorio di Calvi Risorta. Uno scempio peggiore non poteva essere fatto.