Roccamonfina: all’Officina Culturale Ilion e i “Tentativi di Enigmi”
Ancora emozioni all’Officina Culturale di Roccamonfina. Ieri 11 u.s. dalle 18,30 l’accogliente sala dell’Officina si è riempita di un’affascinante atmosfera che ha coinvolto tutti i presenti, poiché non solo vi è ritornato il fantasiologo Massimo Gerardo Carrese già ospite durante l’inverno scorso, ma in questa occasione il protagonista indiscusso della serata è stato l’enigmista professionista Nicola Aurilio, conosciuto a livello nazionale con lo pseudonimo “Ilion”. Originario di Casale di Carinola, in provincia di Caserta, e autodidatta nello studio, si è dedicato molto al settore dell’enigmistica, del cruciverba, dei rebus e degli anagrammi, proprio quelli pubblicati dalle note riviste del settore quali La Settimana Enigmistica, Penombra, Il Labirinto, e spesso è stato vincitore di rilevanti premi. In questa occasione, voluta dall’Assessore Giovanna Prata, curatrice degli eventi presentati presso l’Officina roccana, Aurilio ha ringraziato per l’invito ricevuto e ha brevemente introdotto il suo ultimo libro dal titolo “Tentativi di Enigmi”, presentato poi nel dettaglio da Carrese, autore dell’introduzione. Quello dell’enigmistica, dice Carrese, è un argomento bizzarrissimo che lascia sempre spazio ad una doppia interpretazione delle frasi espresse. L’anfibologia ha infatti tradizioni antiche, e a seconda di dove si pone la pausa o la virgola si dà un senso duplice alla frase. Sotto l’anfibologia ci sono enigmi, un parlare oscuro, velato, da capire e da svelare. Ilion già nel titolo dei suoi scritti, “cela” una doppia lettura, poiché l’enigmistica è una disciplina “che dice che c’è qualcosa di velato”. I componimenti di Aurilio non sono indovinelli ma enigmi, un modo diverso di scrivere. L’enigma è una composizione che vuole apparire lirica, ma non lo è perché tratta di temi leggendari o mitologici, l’indovinello invece si occupa di temi popolari. La tecnica di componimento enigmistico è quella del doppio soggetto. Dai componimenti di Ilio, spiega Carrese, emerge un senso apparente e un senso più profondo o addirittura reale. Il primo racconta il falso, il secondo dice il vero. Tutto il mondo enigmista si fonda su questa duplicità di lettura. Le poesie di Aurilio, anche nel senso apparente sono curatissime e contemporaneamente ci si ritrova a dover ragionare sull’ambiguità e sull’inganno della parola, in modo non soggettivo, e lo scopo è proprio quello di uscire dall’inganno; Aurilio scava nell’originalità dell’enigmistica e le soluzioni in questo ambito sono sempre inedite. Tentativi di Enigmi è un libro-raccolta di 222 (numero palindromo) enigmi, caratterizzato da una lunghezza di 15 versi, che nasce dall’arte della ludolinguistica, attraverso cui lo scrittore mostra di essere un vero ed originale artiere della parola. I contenuti del libro sono inediti e ricchi di novità.