Non solo la Torre Pendente: a Pisa anche un piccolo Duomo di Milano!
Il nostro Bel Paese, costruito pezzo su pezzo passando per le tante epoche storiche che hanno arricchito paesaggi, villaggi e poi stratificato letteralmente le città, non finisce mai di tirar fuori conigli dal cilindro, proprio come un mago sempre in piena attività. Perennemente alla ricerca di questi “trucchi” che l’Italia riserva al suo popolo, come pure ai più sensibili turisti che vogliono soffermarsi alla sostanza e non alla mera rappresentazione commerciale dei luoghi, pochi mesi fa ho raccontato della presenza a Roma di un piccolo Duomo di Milano (Sul Lungotevere Prati, a Roma, la chiesa che imita il Duomo di Milano – Dea Notizie dello 08/12/2021), una delle straordinarie architetture gotiche che tagliano letteralmente la vista con bellissime linee tese, veri pugnali nell’azzurro che caratterizza il nostro mondo peninsulare.
Sull’altolocato Lungotevere Prati a Roma, infatti, una straordinaria vista stupisce il visitatore, ne cattura l’attenzione con un flashback che gli porta alla mente qualcosa visto certamente già centinaia di volte. E infatti, dopo qualche secondo di smarrimento, stordito anche dal candido colore che contrasta con gli altri storici palazzi dell’elegante quartiere capitolino, gli sovviene in mente la grandiosità del Duomo di Milano. «Opperbacco! – direbbe il mitico Totò – che ci fa un mini Duomo di Milano in centro a Roma?». E con il potente mezzo digitale, uno smartphone costato un rene o magari un occhio della testa, ci si informa su Google e si scopre che la Caput Mundi possiede la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, una sorta di miniatura della grandiosa cattedrale meneghina. Embè direte voi, caro mio giornalista, stavolta hai toppato, ce lo avevi già detto. Eh no cari amici lettori, credevo anch’io di aver toppato, poi ho visto un’altra miniatura a Pisa, un’altra chiesa che fa il verso, bellissimo ovviamente, al Dòmme de Milan! Come dicevo prima, e forse vale anche per noi italiani, ci soffermiamo troppo sulla superficie e non mettiamo mai le mani in pasta, quella di un Paese assolutamente straordinario. Pisa, bellissima città toscana, è universalmente conosciuta per la Torre Pendente, per Piazza Campo dei Miracoli con la Cattedrale, il Battistero ed il Cimitero monumentale, ma il resto? Ci siamo mai chiesti fuori da quella piazza cosa c’è? Ed è qui che casca l’asino, o come direbbero i cari amici siciliani «U sceccu unni cari si susi» (mi piace troppo!), perché udite udite, sulla sponda sinistra dell’Arno, a poco più di una decina di minuti a piedi dalla Cattedrale, ci si ritrova improvvisamente e simpaticamente con la faccia a forma di Urlo di Munch, schiaffeggiati dalla meraviglia che si dipana davanti agli occhi per l’inatteso incontro con la Chiesa di Santa Maria della Spina. Signori miei, ma qui la situazione si complica….c’è un’altra specie di mini Dòmme de Milan anche a Pisa? Sembra uno scherzo e invece è la cultura gotica, il bellissimo stile proveniente dall’area parigina, declinato poi nel Vecchio Continente in diverse forme nazionali, tra cui il cosiddetto Neogotico italiano, non solo nelle architetture ma anche in altre arti come l’oreficeria, l’intaglio o la lavorazione estetica del vetro.
Ma tale chiesa, oltre a riportarci alla memoria il capoluogo lombardo, conserva segreti davvero affascinanti. Sebbene non si sia riusciti a risalire con certezza alla data di fondazione, si conosce bene la particolare posizione in cui giaceva originariamente, ovvero oltre quattro metri sotto il livello attuale, praticamente sul margine naturale e grezzo dell’Arno, ed era meglio conosciuta come Oratorio di Santa Maria a Pontenovo (o anche Santa Maria del Ponte Nuovo). Solo intorno al 1325, però, iniziò a diventare la struttura gotica che attualmente conosciamo. Ma la sua particolarità non si esaurisce di certo con queste poche vicissitudini. In primis va detto che nel 1871, viste le precedenti esondazioni dell’Arno, per salvarla, fu completamente smontata e rimontata dove giace oggi, al sicuro quindi dai capricci del corso d’acqua cittadino. I particolari lavori si conclusero circa quattordici anni più tardi, dopo averla rimontata su 3 gradoni, aver rialzato le sue pareti di un metro e, soprattutto, aver cancellato la sagrestia a sbalzo sul fiume, un tempo presente e rivolta direttamente verso l’Arno. Ma la leggenda, che spesso rende uniche le chiese italiane, in questo caso si concentra sul suo nome – Santa Maria della Spina – che proviene direttamente dalla reliquia della spina della corona di Cristo conservata al suo interno dal 1333, lasciata da un ricco mercante locale ad una famiglia di amici, i Longhi, prima di fuggire per esser caduto in disgrazia. Purtroppo, proprio a causa dei lavori di smontaggio del corpo di fabbrica, per sollevarlo nella posizione che conosciamo, la preziosissima reliquia, ambita da tanti, fu trasferita definitivamente nella Chiesa di Santa Chiara, lasciando al piccolo edificio gotico il solo evocativo nome ed una leggenda senza più la prova maestra, un evento che viene segnalato e ricordato perfino da un toccante articolo del 1930 di Ugo Ojetti, apparso nientedimeno che sul Corriere della Sera. Come quasi tutti gli oratori dedicati ai ponti e ai corsi d’acqua, la chiesa è di proprietà del Comune di Pisa che, dopo adeguati restauri, oggi vi ospita mostre temporanee e attività culturali valorizzate da una piccola grande fabbrica gotica che ci ricorda, tra l’altro, il Duomo di Milano e la potenza della fede popolare nelle reliquie sacre.
Signori miei qui non si scherza! Andate a Pisa per la Torre ma, fidatevi, anche per scoprire storie affascinanti e i tanti particolari collegamenti tra le belle città d’Italia. Buon viaggio a tutti e salutatemi l’Arno!