16 agosto 1972, l’eccezionale ritrovamento dei Bronzi di Riace
Da Nord a Sud la nostra bella Italia è ricca di meraviglie non solo paesaggistiche. Ovunque si indirizzi lo sguardo è possibile ammirare dei veri e propri scorci di Paradiso e nei tantissimi musei disseminati su tutto il territorio nazionale, capita spesso di restare letteralmente “a bocca aperta”, colpiti dalla sindrome di Stendhal, sopraffatti dalla bellezza delle opere.
Molte di queste opere sono già Patrimonio dell’UNESCO e molte altre lo diverranno. Di recente è stata avanzata anche la candidatura dei Bronzi di Riace, le due statue di bronzo di provenienza greca, datate V secolo a.C. e ritrovate esattamente cinquanta anni fa, il 16 agosto 1972, sul fondale di Porto Forticchio, al largo delle coste calabresi della cittadina di Riace, dopo la segnalazione del sub Stefano Mariottini.
Con il ritrovamento inizia subito “l’enigma dei Bronzi”: chi raffigurano questi due uomini nudi in bronzo e soprattutto come sono arrivati al largo delle coste calabresi?
Negli anni sono stati raccolti molteplici indizi che ci portano ad identificare i bronzi come eroi guerrieri: nell’iconografia antica la “nudità perfetta” dei bronzi è quella degli eroi e degli dei e la presenza di scudi, elmi e lance, tipiche della metà del V secolo a.C., li certifica come guerrieri.
Molto probabilmente i Bronzi sono stati realizzati ad Argo, nel Peloponneso greco per essere poi trasportati nella Roma Imperiale per un restauro e successivamente esposti al pubblico romano. Il restauro sarebbe servito per la sostituzione di alcune parti delle braccia, effettuata tramite un calco degli originali e procedendo a nuova fusione. Per celare questa operazione, come da prassi dell’epoca, i Bronzi furono dipinti di nero lucido, le cui tracce sono visibili ancora oggi. Di seguito Costantino e suo figlio Costanzo II decisero di trasferire le statue a Costantinopoli, ma probabilmente, la nave che servì per il loro trasporto andò incontro ad una tempesta al largo della Calabria e dei bronzi si persero le tracce, fino al 16 agosto di cinquant’anni fa. Dopo la riemersione grazie al nucleo subacqueo dei Carabinieri, sui Bronzi fu eseguito un primo intervento di restauro presso il Museo di Reggio Calabria e ci volle un anno di lavoro per acquisire i dati relativi alla loro conformazione.
Nel 1975 le statue, ormai divenute il simbolo di Riace e della Calabria intera, furono trasferite a Firenze per un nuovo restauro che durò cinque anni e successivamente esposte al Museo Archeologico della città del Giglio dal dicembre del 1980 fino al 24 giugno 1981. E prima del loro ritorno a Reggio Calabria, l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, volle che le due magnifiche sculture facessero tappa anche al Palazzo del Quirinale.
Le operazioni di restauro più importanti che hanno permesso di ridare una “nuova vita” ai bronzi sono state quelle eseguite a Reggio Calabria e che hanno riguardato lo svuotamento dell’argilla di fusione contenuta nel loro interno poiché avendo incorporato per secoli l’acqua salmastra, continuavano a rilasciarla deteriorando il bronzo. Le statue, svuotate dall’argilla e perdendo la metà del loro peso sono poi tornate a farsi ammirare dai tanti visitatori di tutto il mondo al Museo della città, che si appresta a festeggiare con una maratona di eventi il loro “cinquantenario”, rendendoli protagonisti assoluti di questa estate calabrese.
Il Comune di Reggio Calabria renderà omaggio ai suoi guerrieri con una suggestiva installazione di video mapping sulla facciata del Museo, mentre Corso Garibaldi già da diverse settimane è diventato una scenografia d’eccellenza per la mostra di Archeologia dedicata al loro ritrovamento.
Anche la cittadina di Riace, il 16 agosto, renderà omaggio ai “suoi” bronzi: le celebrazioni si apriranno con la “L’alba dei Bronzi, Immersi nel luogo del ritrovamento” e si concluderanno con “La notte dei Bronzi”, una notte ricca di mostre fotografiche, convegni e concerti musicali.
Una marea di festeggiamenti promossa dalla Regione Calabria, con l’intento di valorizzare le bellezze del patrimonio culturale ed archeologico del territorio, come ad esempio i parchi archeologici di Locri, Kaulon e Palmi, il borgo di Scilla, il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria con i suoi Bronzi, splendidi attrattori di turisti e studiosi.
Sì, perché continuano gli scavi a largo di Riace! Verso la fine del 2021, il Sindaco, ha annunciato un nuovo grande scavo subacqueo per ritrovare un terzo Bronzo che Mariottini avrebbe avvistato nel 1972.
Non sappiamo se un terzo Bronzo giace ancora nelle acque limpide calabresi, nel frattempo però possiamo goderci quelli già ritrovati e che festeggiano “alla grande” il loro compleanno proprio oggi.
Se in questi giorni di vacanza, vi trovate da quelle parti, sarebbe proprio un peccato non andare ad omaggiarli!