I “mezzi funerali di Stato” di Mikhail Gorbaciov
Si terranno oggi i funerali di Stato, che di fatto di Stato non saranno, di Mikhail Gorbaciov.
La cerimonia di svolgerà nella Sala delle Colonne di Mosca, lo stesso luogo dove fu esposto il feretro di Stalin nel 1953, e successivamente la salma del grande statista russo verrà poi tumulata nel cimitero di Novodevichy a Mosca, accanto alla amatissima moglie Raissa.
Avrebbe meritato ben altro commiato Mikhail Gorbaciov, Premio Nobel per la Pace nel 1990 e morto all’età di 91 anni dopo una lunga malattia.
Putin non parteciperà alla cerimonia funebre e c’erano davvero pochi dubbi a riguardo.
Ha reso omaggio alla salma giovedì mattina presso la camera ardente allestita alla Clinica ospedaliera centrale di Mosca, dove l’ultimo grande leader sovietico è morto la sera di martedì 30 settembre e non parteciperà, secondo il portavoce ufficiale del Cremlino, perché in partenza per Kaliningrad, in questo particolare momento per il Paese.
Ma non è stato proclamato nemmeno il lutto nazionale, solo un picchetto d’onore, per l’uomo che ha contribuito negli anni Ottanta e Novanta al processo di pace tra l’allora Unione Sovietica e l’Occidente e che di fatto con la sua Perestroika modernizzò il Paese.
La sua morte è stata volutamente ignorata in Russia e ai suoi funerali non parteciperanno i capi di Stato stranieri poiché la Russia attualmente risulta isolata, “in guerra” con tutto il mondo occidentale dopo la scellerata invasione dell’Ucraina dello scorso febbraio.
Le televisioni e i quotidiani hanno dedicato poche parole e poche righe alla morte di chi ha cambiato per sempre il Paese con la glasnost, ponendo l’accento più sugli errori sugli che non sui meriti. L’unica testata che ha espresso profondo dispiacere e cordoglio per la dipartita dell’ex capo politico è stata “Novaya Gazeta”, di cui Gorbaciov era socio.
E mentre in quasi tutto il resto del mondo si è espresso unanime cordoglio, sul sito del Cremlino a firma di Putin, è apparso un laconico comunicato “Mikhail Gorbaciov è stato un politico e statista che ha avuto un enorme impatto sul corso della storia mondiale. Ha guidato il nostro Paese in un periodo di cambiamenti drammatici e complessi, di politica estera su larga scala, di sfide economiche e sociali. Capì profondamente che le riforme erano necessarie, si sforzò di offrire le proprie soluzioni a problemi urgenti».
Il Paese amico di Putin, la Cina, ha invece definito Gorbaciov “un ingenuo”, “una figura tragica che ha soddisfatto i bisogni di USA e Occidente senza morale” e “responsabile di gravi errori”.
Gli attuali leader politici russi e parte della popolazione non hanno mai perdonato a Gorbaciov la disfatta dell’Unione Sovietica, rimpiangendo la vecchia URSS.
Ma Mikhail Gorbaciov è stato colui che ha contributo in modo sostanziale ai grandi cambiamenti della seconda metà del Novecento quando si avvertiva sete di libertà e un vento di cambiamento soffiava forte dall’URSS: la caduta del muro di Berlino con la riunificazione della Germania, la “pace” con gli USA, la fine della guerra fredda e il disarmo nucleare (storico il suo incontro con Reagan a Reykjavík in Islanda nel 1986), il ritiro dall’Afghanistan fino al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. Nel 1989 fu lui il leader sovietico che riallacciò i rapporti con la Cina interrotti ben trent’anni prima e il primo dicembre dello stesso anno sarà anche il primo leader sovietico a incontrare un Papa, facendo visita a Karol Wojtyla in Vaticano.
Nel 1991, a seguito di un golpe dei comunisti conservatori, venne sequestrato per tre giorni nella villa presidenziale in Crimea, ma l’URSS era “già finita”, l’Ucraina e la Bielorussia avevano firmato il trattato per la nascita della CSI, la Comunità di Stati Indipendenti.
L’accusa che gli venne mossa durante la sua presidenza e che è arrivata fino ad oggi è che mentre nei rapporti con gli altri Stati le sue proposte “viaggiavano spedite”, all’interno del Paese le sue riforme procedevano troppo lentamente ed erano ritenute dagli stessi sui seguaci “troppo caute”. E Gorby, come veniva chiamato in occidente, decise di farsi da parte, lasciando il Paese nelle mani di Boris Eltsin.
Certo, durante la sua presidenza, ha commesso anche grandi errori, come aver taciuto per alcuni giorni sul disastro di Chernobyl nel 1986 o come l’invio dei carri armati in Lituania dopo i primi movimenti indipendentisti, ma di sicuro i suoi pregi politici e personali li superano di gran lunga. Tanto da fargli meritare il Premio Nobel per la Pace nel 1990.
E fino all’ultimo, nei giorni precedenti la sua dipartita, chi ha raccolto i suoi pensieri, ha raccontato di un uomo che sperava nel disarmo e pregava per il non utilizzo delle armi nucleari.
Gorbaciov sapeva che la storia lo avrebbe giudicato e in un’intervista rilasciata nel 2011, si espresse così “La storia è una donna capricciosa ed è difficile dire quale sarà il suo disegno. Ma voglio anticiparla per dire che, in generale, Gorbaciov è un bravo ragazzo. Aspirava a fare qualcosa di molto importante, serio per le persone. Non tutto ha funzionato, ma molto”.
Sì. È proprio così! Grazie di tutto Gorby, adesso riposa in pace. Lucia Rossetti.