Ricordando S.E. Mons. Bruno Schettino, nel 10° anniversario della nascita al Cielo
Oggi mercoledì 21 settembre 2022 alle ore 18 nella Basilica della Cattedrale di Capua (CE) l’Arcivescovo S.E. Mons. Salvatore Visco celebra una Santa Messa in suffragio di S.E. Mons. Bruno Schettino, nel 10° anniversario della nascita al Cielo. Perché ricordare l’Alto prelato anche dopo 10 anni dalla sua scomparsa? Chi era costui? Ebbene, noi dell’Associazione “Dea Sport ONLUS”, sabato 3 gennaio 2009 dicemmo:
Oggi parliamo di: Mons. Bruno Schettino.
Sua Eccellenza Monsignore Bruno Schettino, Arcivescovo dal 1997, della Diocesi di Capua, è nato a Marigliano in provincia di Napoli. Ha compiuto gli studi classici nel Seminario Regionale di Salerno. Ha studiato Teologia a Napoli nel Seminario campano di Posillipo. Si è laureato in Filosofia presso l’Università Statale di Napoli ed è abilitato all’insegnamento di Storia e Filosofia nei Licei. Ha insegnato Religione al Liceo Classico “Carducci” di Nola e Filosofia al Liceo Classico del Seminario di Nola, dove è stato anche Preside. Ordinato Sacerdote il 28 giugno1964, è stato Parroco della Parrocchia del Carmine a Nola dal 1970 al 1987.
Vescovo di Reggiano-Policastro in provincia di Salerno dal 1987 al 1997, Sua Eccellenza Bruno Schettino si è imposto in ogni momento della sua missione pastorale, per la costante e concreta vicinanza ai problemi della gente che soffre. Nell’animo dell’Arcivescovo Schettino è consolidata una dose di umanità difficilmente eguagliabile. Si riconosce alla sua persona un profondo senso di fratellanza che si è di recente evidenziato quando è accorso tra gli Extracomunitari di Castel Volturno per esprimere tutta la Sua solidarietà alla gente di colore e difendere, nel nome di Cristo, la dignità e il valore di quegli uomini. Monsignor Schettino, quindi, deve essere considerato un insostituibile punto di riferimento, di affetto, di solidarietà e di amicizia cristiana.
Per tutti questi meriti l’Associazione “Dea Sport ONLUS”, sabato 3 gennaio 2009, nell’Aula consiliare della Città di Bellona (CE), durante la manifestazione “Cultura e Socialità”, ha conferito a Sua Eccellenza Monsignore Bruno Schettino l’Attestato di Benemerenza con la seguente motivazione: “Lodevole missione Pastorale”.
Testamento spirituale di Mons. Bruno Schettino
21 settembre 2012 – 21 settembre 2021
Ringrazio il Signore, che mi ha scelto e condotto per mano per sentieri non ancora noti. Per 17 anni ho fatto il Parroco in un quartiere povero, afflitto da tante sofferenze umane e spirituali.
Ho consumato le diverse polacchine per stare vicino alla gente. Sempre con fare spedito ho percorso i diversi tratti stradali per andare ad insegnare Filosofia al Liceo del Seminario e Religione al Liceo Statale “Carducci” di Nola.
Sono stato un ottimo educatore dei giovani fervorosi, intelligenti. Oggi hanno una rappresentatività a livello nazionale.
Nella chiesa del Carmine ho parlato sovente con la Madonna, consegnando la mia vita. Ella mi ha risposto, guardandomi nel cuore. Ho amato la povertà, amando il loro luogo di dolore, la loro quotidianità inquieta e stanca, il loro grido di angoscia. Sono stato impastato di umanità, di fede indiscussa, appassionante.
La Croce è stata la mia salvezza, che lentamente ho visto, dapprima all’orizzonte e poi sempre più vicina.
Sono trascorsi 25 anni di Episcopato. Ricordo ogni cosa come se vedessi tutto in un giorno, senza scansione del prima e del dopo.
Anche da Vescovo ho continuato la mia stessa vita. Sono fatto così e non so cambiare. La stanchezza alcune volte mi prende, ma poi continuo sempre più a lavorare. Conosco abbastanza i miei difetti per negarli!
Sono portato quasi irrazionalmente a trasferire negli altri la mia natura benevola, ma qualche volta, poi, mi accorgo che sono stato ingannato.
Allora desidero cambiare, ma mi accorgo che persevero nel mio errore.
Varie volte mi avvedo che faccio opere di supplenza alla cattiva volontà, infingarda, degli altri, che poi sono sempre pronti a criticare e a non fare niente.
Nei problemi della sofferenza il primo impatto sembra sereno; poi scende nel cuore il dramma del vivere quotidiano come profonda ferita dell’anima.
Sono sincero, vero, aperto, accogliente. Mi appassiona la filosofia, la grecità, l’arte.
Non sono legato alla vita, ho paura del dolore, non della morte.
Amo la Croce, la Vergine del Carmine, i poveri. Sogno un mondo diverso, che non esiste. Da buon cristiano mi cibo di silenzio e di solitudine, come linguaggio interiore del mio spirito. Nel silenzio, la pace che tocca il cuore.