Non solo Mediterraneo, il dramma dei migranti: bimba annega al confine tra Colombia e Panama
Non solo Mediterraneo. Per cercare una vita più dignitosa si muore in ogni parte del mondo.
È di qualche settimana fa la terribile notizia della bambina siriana di quattro anni morta di sete nel Mediterraneo, in braccio alla sua mamma, a largo delle coste di Malta, a bordo di un barcone pieno di disperati come lei e lasciati al “proprio destino” per oltre 10 giorni prima di essere soccorsi.
Quello che era il “Mare Nostrum” degli antichi romani, un mare ricco e rotta di grandi conquiste e scambi commerciali, troppo spesso oggi diventa il cimitero chi di scappa dalla guerra o da condizioni di vita miserabili, ma anche in altre parti del mondo la situazione è purtroppo la stessa.
Qualche giorno fa, una bambina venezuelana di dieci anni è annegata attraversando il fiume Tapón con la madre e la zia nella giungla della regione del Darién, rotta dei migranti in Sud America, al confine tra Colombia e Panama e uno dei luoghi più pericolosi al mondo.
La piccola vittima va ad aggiungersi ai 18 corpi già recuperati in quel fiume maldetto da inizio dell’anno, anche se il numero effettivo dei migranti che hanno perso la vita in quel corso d’acqua pericolosissimo, come dichiarato dalle autorità, potrebbe essere di gran lunga molto superiore.
Si stima che da inizio anno più di 108mila migranti hanno attraversato il Darién, di cui 15mila bambini e adolescenti, la maggior parte di nazionalità venezuelana.
I motivi sono sempre gli stessi: lasciarsi alle spalle una vita fatta di stenti e la possibilità, la speranza, che talvolta diventa utopia, di trovare la serenità, un futuro migliore anche se lontani dalla terra natia.
È “l’American Dream”.
Le autorità del Governo colombiano hanno riscontrato un massiccio aumento del flusso migratorio verso lo stato di Panama e hanno invitato anche le autorità internazionali a garantire la sicurezza di chi intraprende questo “viaggio della speranza”. Già nel 2021 erano state 134mila le persone che hanno utilizzato questo canale migratorio, ma secondo le autorità panamensi il numero verrà largamente superato nel corso del 2022 e l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati, stima che la cifra possa superare i 200mila.
Le migrazioni, secondo l’OIMm, l’organizzazione internazionale per le migrazioni, resteranno un tratto caratteristico del nostro tempo, almeno fino al 2050 quando si pensa che la popolazione mondiale possa assestarsi intorno ai 10 miliardi di persone.
Nel frattempo, quello che appare a chi osserva e studia i fenomeni migratori, è un pianeta in continuo movimento. I flussi migratori ormai interessano tutti i Continenti.
È un mondo che “si sposta” in continuazione, che reagisce a catastrofi umanitarie e naturali cambiando la geografia dei territori, attraverso lo spostamento di grandi masse di persone. Ed è un fenomeno che è sempre esistito.
Quello che lascia basiti e sgomenti però, è che in questi tempi moderni non ci sia più spazio per l’umanità e per l’accoglienza. Lucia Rossetti