In democrazia comanda chi vince
Vediamo chi e come governano questi vincitori di centrodestra.
Personalmente considero la Meloni e ‘Fratelli d’Italia’ i più irresponsabili di fronte ai problemi dell’Italia negli ultimi anni.
Per definizione anche solo letterale dovevano essere i primi ad appoggiare l’appello di unità e di salvezza nazionali di Mattarella col Governo Draghi.
Hanno pensato invece solo ad approfittare del disagio e della rabbia sociali. Hanno radici ancora postfasciste (vedi la fiamma del Movimento Sociale Italiano nel simbolo) e non credo che alla lunga governeranno bene.
Né la compagnia di Salvini (di tradizione secessionista nordista), Berlusconi (di tradizione personalista), Lupi (cattolico-clericale) danno affidamento di Governo lungimirante ed incisivo.
Dietro di loro vedo la mano possente della Chiesa tradizionalista e antieuropeista, erede di storie filofasciste (l’appoggio storico dato dal Vaticano a Mussolini nel 1929 in cambio del Concordato e della rinascita inimmaginabile di uno ‘Stato’ della Chiesa cattolica, unico al mondo per una religione, col ritorno con i suoi privilegi del ‘Papa-Re’ contro il Risorgimento liberale e laico).
Il populismo del Movimento Cinque Stelle senza memoria e senza storia, né di destra, né di sinistra, né di centro, pur bocciato dalla storia nei confronti dei grandi risultati delle precedenti politiche, sopravvive, ridotto a più della metà, e si vedrà cosa farà del potere residuo che si possiede.
Il campo democratico-progressista sconta la non precisa sua configurazione storico ideale, miscuglio di postcomunisti, di socialisti subalterni residui, di democristiani non conservatori, come quelli che sono passati a destra, loro naturale collocazione.
Si spera che si definiscano una volta per tutte ‘Democratici Liberalsocialisti’, appartenendo al Partito Socialista Europeo e all’Internazionale Socialista, coi conseguenti obblighi storico-ideali e di prassi politica e amministrativa. E colpiscano decisamente al loro interno i fenomeni inaccettabili di professionismo politico ed amministrativo, di clientelismo scandaloso, di piccole monarchie (tipo quelle di De Luca in Campania, di Zingaretti nel Lazio o di Emiliano in Puglia).
Lo schieramento autonomo di democristiani e repubblicani di Italia Viva e Azione deve ancora definire il suo profilo ideale e politico ed amministrativo.
Sono chiare infine le bocciature costanti e permanenti dell’elettorato nei confronti di posizioni estremiste di sinistra, di estrema destra, di secessionisti vari e di sola rabbia sociale.
Da non dimenticare il calo costante della partecipazione democratica (la più bassa di sempre), che rimanda ad un modo di fare politica ridotto ormai alla TV e a Internet, senza luoghi fisici di dibattito e di partecipazione.
Quello che conforta è che le istituzioni democratiche hanno ormai tale durata e tale forza che nessuno schieramento di destra, sinistra, centro potrà governare in modo avventuroso e fuori dai vincoli e dagli impegni assunti dall’Italia.
Occorre comunque essere vigilanti e pronti contro ogni avventurismo antiliberale, antidemocratico, antiunitario, antieuropeista. Nicola Terracciano