Lauro (AV) – Un Comune dall’illustre passato e con beni culturali d’inestimabile valore

I Comuni della provincia di Avellino offrono al turista e allo studioso un panorama di curiosità e di beni culturali d’inestimabile valore.
Le antiche origini mettono in bella evidenza monumenti ed opere architettoniche che racchiudono tra le loro mura la storia di un illustre passato.
Il Comune di Lauro è tra questi.
Sorge nell’area del Vallo di Lauro, situato a 192 metri sul livello del mare, possiede un territorio variegato in cui emergono paesaggi selvosi, alternati a colline e vallate, i cui colori, nelle stagioni, assumono tonalità così ammalianti da sembrare un’opera della tavolozza di un valente pittore.
È proprio da questa peculiarità che deriva il nome, sembra di origine romana, dal latino laurum (lauro – alloro), in omaggio ai boschi che circondavano quell’amena località.
Oltre all’incanto del paesaggio, la storia ha lasciato in eredità moltissimi monumenti, tra cui il Castello Lancellotti. La leggenda narra della sua costruzione prima dell’anno 1000, ma il dato storico racconta di una dimora feudale già esistente nel 1227. Dai registri della Cancelleria angioina, infatti, risulta che il castello di Lauro fu affidato a quel tempo alla cugina di Carlo I d’Angiò, Margherita de Toucy.
Nell’antichità, i castelli erano concepiti per essere un luogo fortificato, un castrum, al cui interno viveva una comunità al servizio della famiglia proprietaria.
Il castello lauretano, pertanto, non si discosta dal modello classico di fortezza a scopo difensivo e di area residenziale. Mura possenti erano in grado di ostacolare gli attacchi dei nemici e i residenti, per difendersi, scagliavano dalle feritoie frecce, pietre, dardi e liquidi bollenti.
Dopo Margherita de Toucy, molti altri personaggi, nei successivi periodi storici, ebbero in affidamento il castello: dai Principi del Principato di Salerno ai Sanseverino, Conti di Caserta; dai Del Balzo, Conti d Avellino, agli Orsini, Conti di Nola.
Nell’età rinascimentale divenne proprietà dei Pignatelli, ma nel ‘600 fu acquistato dalla famiglia Lancellotti.
Nell’arco di questi periodi storici, il castello fu soggetto ad alterna fortuna, fino al 1799, quando perì sotto i colpi dei repubblicani francesi che, dopo averlo saccheggiato e devastato, lo incendiarono.
Il maniero rimase abbandonato fino al 1870, ma, per opera del principe Filippo Massimo Lancellotti, fu ricostruito e consegnato alla storia così come lo ammiriamo ancora oggi, nel suo composito stile architettonico che fonde armonicamente elementi dello stile gotico, rinascimentale e barocco.
L’interno è austero e moderno al tempo stesso, con gli spazi verdi del cortile, il portale, la fontana e reperti di diverse epoche storiche. Caratteristica è la biblioteca e la cappella privata dei Lancellotti, luogo di preghiera, in cui i limiti dell’uomo venivano affidati alla grandezza di Dio. Nell’area perimetrale si ergono torri quadrangolari e, tra queste, la principale supera i sedici metri di altezza.
Registi e attori famosi hanno usufruito delle bellezze del castello, degli ambienti nobiliari ricchi di storia e di mistero. Nel 1953 Gina Lollobrigida ed Errol Flynn, protagonisti nel film “Il Maestro di Don Giovanni” girarono a Lauro alcune significative scene. Il luogo può ospitare eventi ed è in grado di accogliere molti visitatori. Sono possibili, inoltre, visite guidate.

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