Il Governo latita sul rinnovo dei contratti

La mancata risposta del Governo su un tema così importante è molto grave. Durante il question time, la Ministra del Lavoro si è limitata a fare il notaio. Ma la questione del potere di acquisto dei salari, sotto attacco di una spirale inflazionistica che nel dicembre scorso è arrivata all’11,6%, è purtroppo un’emergenza impellente. Ancor di più dopo le misure parziali e contraddittorie contenute nella recente legge di Bilancio. In assenza di iniziative concrete e urgenti del Governo per scongiurare i ritardi nei rinnovi dei contratti nazionali, che oggi interessano oltre 6 milioni di lavoratori, sono solo due le soluzioni possibili: l’introduzione del salario minimo legale, che però il Governo ha escluso nascondendosi dietro una direttiva UE che non risolve il problema, e la legge sulla rappresentanza, per dare validità generale ai contratti sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro più rappresentative.
Il rifiuto di Governo e maggioranza di destra di intervenire immediatamente su queste due priorità condannano di fatto ad un ulteriore impoverimento milioni di cittadini lavoratori dipendenti.

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