La Cassazione: giro di vite all’utilizzo indiscriminato degli autovelox
La Suprema Corte torna a bacchettare l’indiscriminato utilizzo dell’autovelox. Addio alla multa e al taglio dei punti patente perché a rilevare l’eccesso di velocità è lo Scout speed montato sull’auto della Polizia Locale ma non segnalato agli automobilisti in transito. E ciò perché è l’articolo 142, comma sesto bis, C.d.S. a disporre l’obbligo di indicare ai conducenti il rilevamento elettronico in corso sull’andatura dei veicoli senza distinguere fra postazioni mobili e fisse. Il D.M. Bianchi, dunque, non può esonerare i velox mobili dall’obbligo di presegnalazione: è escluso che possa derogare a una norma primaria, di rango superiore. E dunque deve essere disapplicato sul punto. È quanto emerge dall’ordinanza 2384/2023 pubblicata il 26 gennaio 2023 dalla seconda sezione civile della Cassazione. Bocciato il ricorso proposto dall’Unione di Comuni: diventa definitivo l’accoglimento dell’opposizione proposta dall’automobilista sanzionato ex articolo 142, comma ottavo, C.d.S. perché beccato a quasi 100 all’ora dalla pattuglia dei vigili in un tratto in cui il limite è di 50 chilometri orari. Il punto è che l’infrazione risulta rilevata dallo Scout speed, un velox mobile omologato oltre dieci anni orsono dal ministero delle Infrastrutture ma non segnalato a bordo dell’auto della polizia. Il D.M. Bianchi, ripreso sul punto dal dm Delrio, non può esonerare dall’obbligo di segnalazione gli strumenti che rilevano con «modalità dinamica» cioè «a inseguimento» la velocità dei veicoli che sulla carreggiata: l’articolo 146, comma sesto bis, C.d.S. delega al decreto ministeriale soltanto il compito di individuare le modalità con cui avvisare i conducenti dell’accertamento in corso, per esempio con segnalazioni luminose, in conformità alle norme del regolamento di esecuzione del C.d.S. Non avrebbe senso, d’altronde, distinguere fra postazioni fisse e mobili: per entrambi i tipi di velox la segnalazione serve ad avvertire gli automobilisti per orientarne la condotta di guida. E dunque per motivi di sicurezza, senza che abbiano un peso le esigenze di cassa delle amministrazioni locali. Insomma: la scritta luminosa «controllo velocità» o «rilevamento velocità» sul display della pattuglia sdoganata dal D.M. Bianchi risulta applicabile anche allo Scout speed installato a bordo dell’auto. Insomma, per Giovanni D’Agata, Presidente dello “Sportello dei Diritti”, non basta premurarsi per fare multe a gogo se poi non si pensa effettivamente alla sicurezza stradale, alla certezza delle rilevazioni ed al rispetto del diritto di difesa dei presunti trasgressori.