Polla (SA) – Tavola rotonda su “La morte non è mai una soluzione”

In preparazione della quarantacinquesima Giornata per la Vita che si celebra oggi, 5 febbraio 2023, nell’Aula Magna dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla (SA), si è tenuta una Tavola rotonda sul tema “La morte non è mai una soluzione”: per una cultura della vita.
L’evento è stato promosso dalla Direzione Sanitaria del Presidio ospedaliero con la fattiva collaborazione della Cappellania, ovvero del cappellano Padre Carlo Basile e del Direttore sanitario Dott. Pasquale Vastola e si è svolto sotto l’impulso di quanto affermato dalla Presidente del Movimento italiano per la Vita, Marina Casini, che nel suo editoriale “Il Vangelo della vita”, pubblicato su Vita Pastorale, ha scritto “Ma anche laddove la tentazione di trovare una via d’uscita nella morte dovesse prendere il sopravvento la misericordia non deve mai venir meno: quella tentazione è un appello a tutta la società affinché prevenga situazioni di abbandono, disperazione e solitudine, mettendo in campo tutte le risorse della solidarietà e della condivisione per la vita e per la cura. La <soluzione morte> di uno è una disfatta per tutti”.
Il Vescovo della Diocesi di Teggiano–Policastro, S. E. Mons. Padre Antonio De Luca, ha aperto la serie degli interventi, tutti di alto spessore morale, valoriale e scientifico, che hanno impreziosito la Tavola rotonda e si è soffermato sul delicato principio dell’autodeterminazione dell’uomo che molte volte lo allontana dal suo compito “naturale” di “conservare” e “difendere” la vita.
Sono poi seguiti i saluti del Dott. Pasquale Vastola, Direttore sanitario del Presidio ospedaliero, e del Sindaco di Polla, Rag. Massimo Loviso.
Il cappellano della struttura ospedaliera, Padre Carlo Basile, che ha iniziato il suo nobile ministero soltanto da pochi mesi, nel suo intervento ha evidenziato la grande familiarità che regna nei reparti del presidio e di tanto si giovano, non poco, i fruitori del servizio.
Nella sala, risultata gremita, ha preso la parola il Dott. Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino e Vicepresidente del Centro Studi “Rosario Livatino”, che ha illustrato la tanto discussa proposta di legge che estende al concepito, in quanto essere umano, il riconoscimento della capacità giuridica ed ha affermato, altresì, che “la nostra capacità di giudizio (e dunque di fare cultura) è ispirata al principio del limite, che non tutto quello che è tecnicamente possibile è moralmente lecito. Quando diventa cultura della morte? Quando l’altro è un mezzo per realizzare i miei desideri” e ha fatto riferimento, poi, agli Stati Uniti d’America dove la Corte Suprema ha annullato la sentenza della causa “Roe versus Wade” che nel 1973 ha legalizzato l’aborto e ha escluso, in termini giuridici, che tale sentenza sia dovuta ad un colpo di testa: “No, è stato il frutto di un processo culturale per cui la vita è diventata una cultura condivisa nella società. È a partire da questa cultura condivisa tra le Associazioni, gli ospedali, la Chiesa, può rinascere la vita”.
Il Prof. Aldo Bova, Presidente nazionale del Forum delle Associazioni sociosanitarie e Primario emerito di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Gennaro di Napoli, ha disquisito sul messaggio dei Vescovi che recita: “(…) Il turbamento di molti dinanzi alla situazione in cui tante persone e famiglie hanno vissuto la malattia e la morte in tempo di Covid ha mostrato come un approccio meramente funzionale a tali dimensioni dell’esistenza risulti del tutto insufficiente. Forse è perché abbiamo perduto la capacità di comprendere e fronteggiare il limite e il dolore che abitano l’esistenza, che crediamo di porvi rimedio attraverso la morte? E ha affermato che quando si parla di aborto “è necessario ricordare il bellissimo rapporto che da un punto di vista biologico e fisiologico si instaura tra una mamma e il suo bambino fin dal concepimento. Un dato da cui non si può prescindere nel dibattito culturale intorno all’interruzione di gravidanza. Ricordando anche tutto il contesto di cura e attenzioni che si instaura intorno al nascituro. Relazioni determinanti per lo sviluppo armonico della persona” e si è soffermato anche sul variegato “mondo” degli anziani che rappresentano una ricchezza, non sempre adeguatamente riconosciuta e valorizzata, per la società e per il benessere sociale delle famiglie.
L’interessante Tavola rotonda è stata chiusa dall’intervento del Dott. Antonio Filpo, Pediatra dell’ospedale, che ha sollecitato tutti a riscoprire l’essenza della vita e il rispetto della stessa in qualsiasi momento dell’esistenza e in ogni circostanza.

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