Domenica 12 febbraio 2023, Il Pozzo e il Pendolo Napoli – Le talebane di Elisabetta Fiorito
Il potere come forza centripeta capace di coagulare gli aspetti più deteriori dell’essere umano, senza distinzione di genere e di sesso, è il fulcro intorno al quale si snoda la messa in scena di Annamaria Russo de Le talebane di Elisabetta Fiorito, spettacolo che, dopo il debutto al CTF22, sarà in scena domenica 12 febbraio 2023 alle ore 18.00 negli spazi del Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli.
Presentato e promosso dal palcoscenico partenopeo, l’allestimento è una pièce a due, una donna e un uomo, marito e moglie, interpretati da Rosaria De Cicco e Massimo Masiello, che si alternano in un paese immaginario dove le donne assumono il potere.
La coppia si trova a vivere insieme la rivoluzione, poi l’istaurazione di quello che sembra un regime democratico ma che prenderà sempre più l’aspetto di una vera dittatura dove gli uomini perderanno a poco a poco la loro libertà.
In un botta e risposta, tra comico e tragico, sullo sfondo l’umore nero di una black comedy, gli equilibri cambieranno all’interno della coppia, dapprima “tradizionale”, poi eguale, infine ribaltata in una spirale di violenza che la travolgerà.
Arriverà la crisi, e l’epilogo tragico, seppur contornato da battute e riferimenti shakespeariani, non sarà l’unico, perché la realtà e la finzione s’intrecciano in un finale a sorpresa.
Dalla cronaca al teatro per raccontare l’orrore. È così che l’autrice del testo Elisabetta Fiorito, giornalista di Radio 24 – IlSole24ore e conduttrice di Cartellone, ha immaginato un mondo al contrario disgustata dalle notizie che arrivavano dall’Afghanistan con il ritorno dei talebani.
Un mondo in cui le donne sono relegate ai margini della società, dopo aver assaporato la libertà. È l’orrore che i talebani hanno imposto dopo aver riconquistato il potere, troppo per essere sopportato, ma che andava raccontato in modo da poter colpire gli spettatori a teatro.
Una trama intrigante e intricata, tutta incentrata sui giochi di potere, in cui alla fine primeggiano, per un incastro di fattori vari, le donne. Tra i giochi di potere, c’è quello della Rivoluzione proclamata, che si fa Conservazione di sé e altro ancora, specie per chi conquista il potere, smarrendo e contraddicendo lo spirito rivoluzionario d’incanto, e trasformando le Democrazia in Dittatura.
Sono le ambiguità che fanno perdere la credibilità e la reputazione che spetta agli altri conferire, ma credibilità e reputazione non contano nulla per chi detiene il potere.