Chiamerei questo piccolo racconto di vera realtà “La disumana politica della Juventus verso i bambini”
Succede che un bambino desideri vedere la sua squadra del cuore gareggiare contro un’altra che in quel momento è molto forte, proprio per assistere ad un incontro avvincente. E magari i genitori decidono di regalargli questa esperienza come regalo di compleanno, anche se ciò comporta un week-end fuori sede. E allora per giorni e giorni si collegano al sito Juve FC in fervida attesa del via libera all’acquisto dei biglietti. E finalmente quando la vendita è aperta passano un’intera loro giornata in attesa sul sito, in coda a circa 20.000 persone, ma poi perdono il posto perché se l’acquisto non viene effettuato entro un certo brevissimo tempo vengono buttati fuori dal turno. Ma tenaci ritentano perché ci tengono ad accontentare questo desiderio. E così a fine giornata, dopo diverse ore, riescono finalmente ad aggiudicarsi questi biglietti, collegati in contemporanea per non perdere ancora il turno. E così i posti in vedetta ci sono, uno per il figlio e uno per il padre. A questo punto si prenota e poi si paga l’albergo, perché la partita finirà tardi e diventerebbe arduo rientrare. Poi succede che il giorno prima il padre si ammali con tanto di ricovero in PS e dopo relativa lettera medica di dimissione. Dopo diversi affanni, la madre si organizza per accompagnare lei il bambino; intanto prova invano a contattare e ricontattare il customer support per comunicare il cambio nominativo, come da punto 6 del contratto di acquisto del biglietto, ma il servizio è completamente ghosting, nonostante la gara si disputi il giorno dopo. Il giorno fatidico viaggiano per arrivare all’evento, lasciano la borsa in albergo e si avviano fiduciosi verso l’Allianz Stadium. Costeggiano a piedi la struttura per raggiungere il loro ingresso, fanno la fila… Vengono giustamente fermati al momento del chec-kin, perché il nominativo del padre non corrisponde all’identità della madre, che spiega le motivazioni. Parla con più persone, insistendo, ma nulla, vengono rispediti indietro al punto iniziale, al desk che dovrebbe gestire le problematiche. Rimangono un’ora esatta al banco di questo ufficetto, mostrando tutti i documenti per testimoniare stato di famiglia, documento di identità originale dell’intestatario del biglietto, certificazione medica… Non c’è verso di convincerli che il bambino HA il suo biglietto e il diritto di entrare accompagnato a vedere il match a cui tanto tiene e che, in assenza del padre, chi più dell’altro genitore potrebbe sostituirlo come accompagnatore? Tutto inutile, dopo un’ora buona di “posteggio” determinato e testardo al desk con spiegazioni, discussioni, ricerca di altre strategie, dialoghi nelle retrovie da parte dell’impiegato con i responsabili (che nemmeno si sono degnati di venire a dire almeno un “Mi dispiace” al bambino), devono soprassedere, il bambino deve affrontare la delusione di aver fatto tutto questo viaggio inutilmente e rinunciare allo spettacolo. Quindi tutti i bambini a cui succede un imprevisto al proprio accompagnatore devono rinunciare alla partita, come confermato che è sempre successo in altri casi dall’addetto al desk. Si possono cambiare i nominativi sui biglietti dei concerti, del teatro, addirittura dei voli aerei… E non si può concedere ai bambini di essere accompagnati da un familiare sostituto identificato? Basterebbe questa clausola per evitare scambi illegali dei biglietti! SE NON È INSENSIBILITÀ DELLA CARA JUVENTUS VERSO I BAMBINI QUESTA…?! TANTI APPLAUSI PER GARANTIRE LA FELICITÀ DEI VOSTRI PICCOLI TIFOSI. La delusione è un’emozione da vivere e mio figlio l’ha gestita con maturità e coraggio, sicuramente un’esperienza di crescita, ma ciò non toglie l’atteggiamento di netto sfavore che la Juve riserva ai suoi piccoli fan!
Silvia Montinaro
Psicologa psicoterapeuta