“Colpi di scena” di Gaetano Michele Caruso: un libro che incuriosisce e stupisce

Anche se uscito da poco il libro “Colpi di scena” di Gaetano Michele Caruso, per gli amici Tanì, è già un successo. La passione di sempre per il teatro, induce Tanì romano di adozione ma originario della Sicilia, a dare vita negli anni Ottanta insieme ad altri due amici, ad un gruppo teatrale di nome Oregalà, in cui si cimenta in performances teatrali basate soprattutto su suoi canovacci. Ma anche dopo il suo trasferimento a Roccamonfina continua a coltivare questa grande passione, e nel 2009 arriva la svolta tramite la co-fondazione di una più strutturata Compagnia teatrale amatoriale “I figli di Tanì”, iscritta alla FITA di Caserta. Ma la professionalità e la competenza di Gaetano Michele Caruso crescono ancora, fino a firmare varie regie e adattamenti di commedie del repertorio classico napoletano e non solo: si passa dalla trasposizione in scena di testi di Erri De Luca alla regia di recital dedicati alla Shoah, dalla realizzazione di Murderparty alla costruzione di spettacoli dedicati a Totò, Eduardo e Troisi. Partecipa con la scrittura e la messa in scena a Concorsi di Corti teatrali, vincendone tre, e nel 2018 vince poi il Concorso Fitautore. La tematica dell’ultimo lavoro di Caruso tratta di corti teatrali, in cui vengono affrontati molteplici temi quali la morte, l’amore, i misteri, le passioni esasperanti, gli intrighi e le peripezie, e l’autore specifica che «Ogni corto rappresenta una situazione diversa, con finali spesso insoliti e inaspettati». I personaggi sono tanti e di ognuno di essi si scorge la propria peculiarità: alcuni sono caratterizzati da una forte passionalità e altri sono ignari di ciò che li aspetta, “ma dovranno rendersi conto che non sempre il bene può trionfare, come nel caso del Dottor Emilio, che si troverà a dover scoprire chi è stato l’artefice della sua morte improvvisa”. Non mancano interessanti scene di vita quotidiana, come quelle presenti nel corto “Non-ho-parole”, in cui “un marito e una moglie intenti nella loro ultima e inconsapevole conversazione, prima dell’addio definitivo del marito, danno vita ad un addio lento e doloroso, pieno di ricordi e malinconia per una vita trascorsa l’uno accanto all’altra”. I protagonisti dei corti presenti nel libro di Caruso dovranno affrontare scenari imprevedibili e improvvisi, in cui affiorano illusione, nuove conoscenze e nuove sfide. Nella prefazione del libro, Pasquale Manfredi, Segretario Generale di FITA Nazionale dice dell’autore: «Questa raccolta si presenta come un albero da frutto, sul quale vi erano praticati vari innesti sui rami, dai quali poi cogliere qualità diverse di prodotto. Caruso col suo stile ci offre dei testi teatrali con cui spiazzarci e affascinarci, perché il suo bisogno di scrittore non è solo quello di comunicare la storia, ma è anche e soprattutto la voglia di incuriosire e lasciare lo stupore in chi è dalla parte opposta, dandogli il piacere della insospettata sorpresa».

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