Con le mani nel fango

Da Pietro Dal Dosso di Greenpeace riceviamo: ciao Franco, sono Pietro Dal Dosso, del Coordinamento Nazionale del Volontariato di Greenpeace.
Il dolore per l’alluvione in Emilia-Romagna, le sofferenze e i danni materiali e morali alla vita quotidiana di decine di migliaia di persone, si appesantisce per la rabbia di un disastro climatico ampiamente annunciato dagli allarmi della scienza.
Sono anni che combattiamo affinché Governi e aziende ci ascoltino per iniziare a salvaguardare il clima. Non potevamo starcene con le mani in mano. Anche le nostre volontarie e i nostri volontari si sono uniti all’ondata di solidarietà e siamo ora a Ravenna, in uno dei luoghi più colpiti dall’alluvione, dove insieme alla comunità e alle Associazioni del territorio abbiamo organizzato un’unità di soccorso.
Non solo, dalla Germania si sono uniti a noi altri attiviste e attivisti di Greenpeace, mettendo a disposizione pompe e generatori elettrici per risucchiare l’acqua. La squadra tedesca è partita giovedì da Amburgo ed è ora all’opera per liberare strade e case, con ogni mezzo di cui disponiamo e che mettiamo al servizio della comunità.
Con umiltà e spirito di servizio, vogliamo e dobbiamo fare la nostra parte.
Non ci fermiamo a questo, però. Vogliamo essere e saremo sempre di più una spina nel fianco delle Istituzioni, che hanno il dovere di scegliere se ascoltare gli allarmi della scienza (e mettere subito in campo provvedimenti per evitare altri disastri climatici) oppure continuare a finanziare chi inquina, a partire dalle grandi aziende come ENI, che bruciano gas, petrolio e carbone, principali responsabili dell’emergenza climatica.

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