Letteratura calabrese: storie di “donne in cerca di guai”
È nella splendida dimora storica “Giostra Vecchia”, nel centro storico di Cosenza, lunedì 22 maggio, che si è svolta l’iniziativa sui generis “Donne in cerca di guai”, un continuum di storie diverse fra loro, tutte accomunate dal tema del coraggio femminile. Il pomeriggio di lettura non solo ha rappresentato una svolta rivoluzionaria per il pubblico, ma anche uno spiraglio di luce per l’infelice centro storico dell’antica città dei Bruzi: è infatti intenzione dell’Associazione culturale “La Giostra” lavorare per promuovere la cultura nel Comune cosentino. L’incontro, coordinato da Franco Laratta, ha permesso al folto e attento pubblico di arricchire il proprio bagaglio culturale di racconti stimolanti e volti al rinnovamento sociale, in particolare alla rivalutazione della figura femminile. Le letture hanno riguardato tre testi: “Oltre l’armatura”, della Dott.ssa Rosy Andracchio di Strongoli (KR), “Occhi che parlano” di Grazia Ciappetta di Mendicino (CS), “Storia di famiglia. I Montemurro di Cellara. I de Gattis di Lattarico” della Dott.ssa Silvana Naccarato. Rosy Strongoli, laureata in medicina all’Università Magna Graecia di Catanzaro, racconta della realtà dell’Unità Speciali di Continuità Assistenziale dell’ASP di Crotone ai tempi del Covid: un periodo in cui la figura del medico ha rappresentato per tutti un’ancora di salvezza. È proprio in quelle settimane di totale isolamento che la ragazza, unica donna del gruppo, ha prestato servizio in lungo e in largo nelle aree interne della provincia di Crotone. A fare da sfondo ai racconti di Grazia Ciappetta è ancora una volta la pandemia: lei si occupa di danza nella sua vita, ma in questo contesto racconta del suo lavoro all’interno di un’Associazione di volontariato che segue gli infermi e dà sollievo ai più bisognosi. Con spirito di sacrificio, la donna ha mantenuto viva la connessione tra gli ammalati di Covid e i loro familiari, donando un sorriso anche nei momenti più tragici. Diverso il tema dell’opera di Silvana Naccarato, laureata in Lettere Classiche all’Università Federico II di Napoli: il suo curriculum vanta già la pubblicazione di testi storici, ma quello al centro dell’evento è stato “Storia di famiglia. I Montemurro di Cellara. I de Gattis di Lattarico”, in cui viene ricostruita la storia della sua famiglia intrecciata alle pagine del grande libro della storia dell’uomo. L’evento non solo ha favorito l’incontro tra diverse autrici e diversi generi ma ha anche fornito uno sfondo culturale in cui i lettori hanno potuto gustare brani dagli orizzonti tematici più disparati, tutti accomunati dalla forza di volontà di tre donne che hanno raccontato il loro impegno e il loro amore per il territorio calabrese.