Cassazione, più tutela per i pazienti vittime di errori medici

Più tutela per i pazienti vittime della malasanità. L’ASL risarcisce anche se il paziente non prova che, se fosse stato informato in modo corretto dai medici sui rischi di complicanze, avrebbe rifiutato di sottoporsi all’operazione. Ciò benché nella specie l’intervento chirurgico risulti eseguito in modo corretto e la complicanza postoperatoria verificatasi si manifesta soltanto in pochi casi ed è dovuta alla cicatrice: c’è eccome il danno iatrogeno, vale a dire l’aggravamento delle condizioni dopo l’opera dei sanitari, una circostanza del tutto inattesa dal paziente. E dunque si presumono le sofferenze risarcibili in termini di sorpresa, impreparazione e maggiore afflizione da parte dell’interessato; conseguenze che sono tanto più rilevanti quanto meno prevedibile è la complicanza. È quanto emerge dall’ordinanza 16633/2023 pubblicata il 12 giugno 2023 dalla sezione lavoro della Cassazione. Diventa definitiva la condanna a carico dell’azienda sanitaria: pagherà danni per 7 mila euro al paziente che va sotto i ferri per una banale ernia del disco, ma poco dopo sente aumentare i dolori per i quali si era convinto a entrare in sala operatoria. Ottiene ora il risarcimento del danno non patrimoniale diverso da quello biologico per la lesione del diritto all’autodeterminazione. Manca, infatti, un vero e proprio consenso informato del malato: è accertato che i sanitari non adempiono in modo corretto l’obbligo d’informazione costituito a loro carico. Per i Giudici di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato.

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