Riflessione – Invocazione dell’Arcivescovo Battaglia sul naufragio di 750 migranti in Grecia
L’Arcivescovo di Napoli, S. E. Mons. Mimmo Battaglia, a seguito del naufragio di 750 migranti avvenuto in Grecia, con sole 104 persone salvate, ha diramato un “forte” documento di riflessione-invocazione che dovrebbe scuotere la coscienza di coloro i quali guidano le sorti dei popoli ed anche ciascuno di noi.
Un peschereccio carico di centinaia di migranti è naufragato nei giorni scorsi in acque internazionali, a sud della città di Pylos, nel Peloponneso. Il peschereccio era salpato dalle coste libiche, Tobruch, con a bordo soprattutto giovani ventenni ed era diretto in Italia e nessuno dei sopravvissuti indossava il giubbotto salvagente.
In merito “all’ecatombe annunciata” non si può non convenire con il Centro dei Gesuiti per i rifugiati in Italia che sostiene che si continua a morire alle frontiere d’Europa in quanto manca un’azione comune di ricerca e soccorso dei migranti ma si continuano ad investire, purtroppo, risorse ingenti sull’esternalizzazione delle frontiere, facendo accordi con Paesi di transito illiberali e antidemocratici e l’Europa continua a proteggere i confini e a difendersi da coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto.
L’Arcivescovo di Napoli, Don Mimmo, fedele al suo credo evangelico e alla sua visione apostolica, nel documento si rivolge al Creatore della Vita e lo invoca: “(…) Svegliati, quando la povertà ci brucia sulla pelle, (…), quando la brezza che accarezza la nostra barca diventa un soffio di terrore, (…), quando le nostre morti vengono trasformate in polemiche politiche, (…), quando l’indifferenza dei potenti ci uccide una seconda volta, quando la gente dinanzi ai nostri sogni spezzati non si scandalizza, perché assuefatta all’ingiustizia, anestetizzata dall’indifferenza, accecata dalle luci effimere dell’individualismo.
Svegliati o Dio, perché dormi? Non ci respingere.
Così pregavamo con i nostri vagiti, queste le parole che uscivano dai nostri occhi come lacrime mute.
Ma ora qui – tra le tue braccia calorose e accoglienti – sappiamo che non hai mai dormito, che eri accanto a noi, amico fedele dei nostri sogni, che eri dentro di noi, carne della nostra carne, cuore del nostro cuore.
Ma ora qui – tra le tue braccia – ti scopriamo vigile e pronto a raccogliere le nostre vite, come approdo sereno, porto sicuro, casa accogliente. E mentre ricuci come tenera madre la coperta dei nostri sogni per cullarci con la tua eterna gioia, pensando ai potenti, ai governanti, ai popoli del mondo ricco vorremmo gridarti un’ultima preghiera: Svegliali, perché dormono? Che non ci respingano per sempre!
Sveglia i potenti della Terra dal torpore dei loro calcoli fatti di cifre e non di volti, di statistiche e non di storie, di numeri e non di nomi! Rendi inquiete le loro notti, fa’ che le nostre voci di bambini dalle ali spezzate urlino alle loro coscienze, fino a convertirli al tuo sogno di giustizia, solidarietà, pace!
Sveglia i popoli del sazio Occidente, affinché non cadano nel torpore di false credenze che raccontano di un nemico invasore, fomentando guerre tra i poveri, utili solo ad arricchire pochi e lasciare indietro molti. Ridesta nei loro giovani il desiderio di rimboccarsi le maniche per costruire un mondo più giusto e fraterno, capace di far fiorire persino nel deserto delle coscienze assopite il fiore della pace e della solidarietà!
Risveglia Signore negli uomini e nelle donne di questo tempo, i sentimenti più nobili che ci rendono umani, squarcia il velo dell’egoismo, abbatti il muro dell’indifferenza, sussurra ai loro orecchi la più scomoda delle verità: noi bimbi di Cutro e di Pylos siamo i loro figli.
Svegliali, ti preghiamo affinché mai più accada che altri figli siano sepolti nel cimitero di questo mare, affinché al più presto questo Mediterraneo si trasformi da tomba di umanità in culla di una nuova civiltà, fraterna e solidale, giusta e pacifica, fondata sul tuo comandamento di amore e di accoglienza!”.