Copycat – studenti e detenuti in dialogo al museo archeologico di Sibari
Ancora una volta tecnologia del mondo contemporaneo e storia antica si fondono: questo è avvenuto il 18 maggio nel corso del progetto “Copycat – speranze replicabili”, tenutasi nelle sale del modulo Ippodameo del Museo nazionale archeologico della Sibaritide. Protagonisti dell’evento sei ragazzi dell’Istituto professionale dell’Erodoto di Thurii di Cassano all’Ionio, guidati dai loro Professori e dal personale del Parco. Gli studenti hanno avuto l’occasione di insegnare a sei detenuti del carcere di Castrovillari le tecniche di riproduzione con la stampante 3D. È importante sottolineare l’arguzia stilistica nella scelta del titolo dell’evento: con il termine inglese “copycat”, infatti, si intende un’azione, spesso criminosa, compiuta per imitazione di un’altra. Il termine acquisisce qui un significato plurimo, in quanto i detenuti hanno potuto “imitare” l’azione dell’imparare dagli studenti, e gli studenti a loro volta hanno potuto replicare gli antichi manufatti custoditi dalla struttura museale. Ad accompagnare questo processo il personale del Museo, che ha spiegato il valore storico-artistico dei reperti, catturando, con una semplice ma non banale lezione di storia dell’arte, l’attenzione di un pubblico variegato: da una parte i detenuti, interessati alle spiegazioni, dall’altra gli studenti, che si sono cimentati in un’esperienza artistica e, allo stesso tempo, dall’importante valore sociale, in quanto hanno potuto dialogare e mettere in gioco le proprie conoscenze con i detenuti del carcere. Ad accompagnare studenti e docenti nel percorso due direttori carcerari, un funzionario e la preside. Oggetto delle lezioni interattive quindici reperti originali datati tra il VI e il III secolo a.C., illustrati in tre seminari per un totale di sedici ore di formazione preliminare rivolta a docenti e operatori museali. L’evento è stato prodotto e realizzato dal Parco archeologico di Sibari – istituto autonomo del Ministero della Cultura guidato dal Ministro Gennaro Sangiuliano. «Copycat si avvia alla conclusione – queste le parole del direttore del Parco di Sibari Filippo Demma – ma siamo tutti contenti, perché siamo tutti un po’ più ricchi. Dopo il completamento di questa parte formativa, ora le copie degli oggetti antichi realizzate durante le attività saranno esposte in carcere e poi utilizzate in altri laboratori con persone cieche e ipovedenti, che non potrebbero toccare i delicatissimi originali, ma attraverso le copie potranno almeno percepire la forma degli oggetti antichi. Altro dettaglio, non di poco conto, è che la stampante 3D, acquistata dal Parco espressamente per il laboratorio, è stata donata all’IPSIA Erodoto di Thurii, perché il coraggio trova sempre la sua ricompensa». Altro intervento decisivo è stato quello della Dirigente dell’IISS Erodoto di Thurii Anna Liporace, che, oltre ad esprimere la sua convinzione sull’utilità sociale e culturale dell’iniziativa, sottolinea l’importanza della trasmissione del sapere in qualsiasi contesto, che sia quello scolastico o quello carcerario: in particolare, la stessa ha parlato di “alleanza educativa”, riferendosi al dialogo formativo creatosi tra studenti e detenuti.