Nasce VDA Award – Premiata da Var Digital Art
Anno dedicato al trend dell’arte digitale, il 2023 segna anche il lancio di VDA Award, la I edizione del premio a cadenza biennale istituito da Var Digital Art by Var Group, che per primo in Italia intende raccontare nella sua totalità le tendenze dell’arte digitale, selezionando le 12 eccellenze del nostro paese, individuate da un comitato scientifico composto da docenti, critici, giornalisti ed esperti di chiara fama e competenza, per offrire uno spaccato e formulare – anche per il grande pubblico – una narrazione quanto più esaustiva sul rapporto tra arte e nuove tecnologie, attraverso le sue nuove visioni artistiche, poetiche, stilistiche, filosofiche.
Metaverso e multiverso, Intelligenza artificiale generativa, reti neurali, algoritmi, computer art, crypto Art e NFT, phygital, VR, realtà aumentata e molto altro: il 2023 è stato l’anno che ha fatto emergere in ogni sua sfumatura e coniugazione l’arte digitale, come linguaggio artistico e nuova tendenza, nonché mezzo e media prioritario per raccontare la società contemporanea, interpretandone il mutamento attraverso nuove formule e processi che nascono dall’incontro tra le pratiche più classiche e altre innovative e tecnologiche.
Il 2023 segna anche il ritorno di Var Digital Art che, tra i primi in Italia, ha iniziato nel 2018 a intercettare queste tendenze e che ora dà il via alla I edizione di VDA Award, il premio a cadenza biennale che seleziona le 12 eccellenze dell’arte digitale: 12 artisti italiani, differenti per formazione, approccio, linguaggio e indirizzo di ricerca, per offrire un’istantanea dell’arte digitale a 360° e mostrano sfaccettature, tendenze e possibilità della nuova grammatica del nostro millennio.
Finestra aperta sui linguaggi del futuro, l’intera produzione dell’arte digitale in Italia nel 2023 è stata “analizzata” da quattro addetti ai lavori d’eccezione – Chiara Canali, Valentino Catricalà, Rebecca Pedrazzi, Domenico Quaranta, coadiuvati da Davide Sarchioni (direttore artistico di Var Digital Art) – individuando una rosa di 12 artisti, tra emergenti, mid-career ed established, che più di altri si sono distinti nel 2023, sia consolidando ricerche pionieristiche già emerse da tempo, sia dando forma a nuove prassi e alfabeti visivi.
Gli artisti selezionati per il VDA Award 2023 sono: Luca Pozzi (Milano, 31 gennaio 1983), Chiara Passa (Roma, 1973), Federica Di Pietrantonio (Roma, 1996), Domenico Dom Barra, Debora Hirsch (San Paolo – Brasile, 1967), Martin Romeo (Carrara, 1986), Rino Stefano Tagliafierro (Piacenza, 1980), Davide Maria Coltro (Verona, 1967), Matteo Succi in arte Svccy (Ravenna, 1997), Danilo Correale (Napoli, 1980), Roberto Fassone (Savigliano, 1986), Kamilia Kard (italo-ungherese nata a Milano).
Dai pionieri agli emergenti, la squadra di artisti chiamata a raccolta da VDA Award vede diverse esperienze mettersi a confronto. Si va da Davide Maria Coltro, pioniere dell’arte digitale, che nel 2001 ha inventato il “quadro mediale”, a Chiara Passa, attiva nell’arte digitale dal 1997 e capace di mettere in gioco l’animazione, la video animazione e la realtà virtuale per esplorare il confine tra reale e immaginario, fino a Domenico Dom Barra pioniere della Glitch Art in Italia. Tra le 12 eccellenze, troviamo anche esperienze trasversali, che vedono l’impiego e la contaminazione tra diversi media, generi e pratiche, rappresentate da: Luca Pozzi, che indaga sul rapporto tra arte e scienza; Debora Hirsch, che unisce la pittura tradizionale ai processi creativi offerti dal digitali per la produzione di immagini, video e NFT, e Kamilia Kard, che impiega diversi media, dalla pittura al video e gif animate, stampe e installazioni, dipinti digitali e siti web. Insieme a loro, ci sono anche le esperienze di Danilo Correale, che esplora una vasta gamma di strategie visive e collaborative che includono la fotografia, l’installazione, il video, l’azione partecipativa, l’intervento pubblico e il testo; Rino Stefano Tagliafierro, regista e video artista, autore di numerosi spot pubblicitari e cortometraggi, tra i quali “Beauty” del 2014, che ha riscosso un successo planetario; Roberto Fassone la cui ricerca di ambito multimediale è interessata all’impiego del fake, il travestimento, il manierismo e la finzione.