Il potere del silenzio
Il silenzio ha innumerevoli sfumature di significato.
Etimologicamente, la parola silenzio deriva dal latino “silere” ovvero “tacere, non far rumore”.
Nel suo significato letterale sembrerebbe legittimo – il condizionale è d’obbligo – sostenere che l’esegesi di tale termine non abbia nulla di positivo ma solo accezioni negative.
A titolo esemplificativo si potrebbe pensare a quelle situazioni in cui dinanzi a determinate vicende di vita quotidiana si ometta di agire e si ometta di parlare.
Non è un caso il fatto che si sia menzionato il verbo omettere, per il semplice fatto che il comportamento omissivo non è tanto diverso dal comportamento silente. Entrambe le tipologie comportamentali hanno in comune la fonte dalla quale esse hanno origine e cioè il “Potere di Scelta”; un potere che ogni essere umano possiede. Sulla base di queste brevi considerazioni, sembrerebbe che il silenzio abbia principalmente una connotazione negativa.
Alla stessa conclusione si potrebbe giungere se si andasse a ragionare sul ruolo che il silenzio assume in quell’infinito, affascinante e articolato mondo del diritto ma, data la delicatezza del tema, tale ragionamento sarà affrontato in un prossimo articolo.
Andando ad analizzare il ruolo assunto dal silenzio nei rapporti interpersonali, come nell’amore o nell’amicizia, è oggettivamente impossibile stabilire se la sua accezione sia positiva o negativa. Stabilirlo, significherebbe esprimere un giudizio, significherebbe avere la presunzione di stabilire ciò che giusto e ciò che è sbagliato.
Solitamente, il silenzio consegue a una delusione nei rapporti amorosi e/o amicali. C’è chi attribuisce al silenzio il significato di indifferenza e chi invece il significato di attesa.
C’è però un aspetto del silenzio che merita di essere approfondito. Un aspetto che mostra tutta la sua importanza, i suoi insegnamenti e la sua accezione positiva.
Il silenzio matura l’attitudine alla riflessione, alla sensibilità, al rispetto, alla sapienza, alla libertà di pensiero, al dialogo con noi stessi. Il silenzio e la parola sono solo due facce della stessa medaglia che è l’arte della comunicazione.
Una comunicazione silente è un dialogo rumoroso con se stessi, è ascoltare i propri bisogni e desideri, è saper ascoltare risposte che solo il religioso silenzio riesce a farti sentire.
Il silenzio è lo strumento che l’essere umano ha di uscire dalla banalità e dall’egocentrismo per disporsi all’ascolto, alla comprensione e all’accoglienza dell’altro oltre che a saper cogliere il fondamento dell’esistenza e della realtà.
È probabilmente questo che aveva intuito Giacomo Leopardi nel canto “L’Infinito” quando scriveva: “Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi e profondissima quiete io nel pensier mi fingo” .