Maddaloni – Duchi, signori e popolani l’11 novembre alla Chiesa dell’Annunziata alle ore 20

Il prossimo sabato, il giorno 11 novembre 2023, dalle ore 20.00, presso la Chiesa dell’Annunziata di Maddaloni, retta dai Padri Carmelitani Scalzi, si terrà uno spettacolo‒evento a cura della Fondazione Giuseppe Ferraro dal titolo: Duchi, signori e popolani.
Il Prof. Clemente Sparaco, ci riferisce che lo spettacolo “vuole essere un esempio di come la storia, la nostra storia, possa essere rappresentata ad un pubblico vasto, senza indurre noia, a partire da un’esperienza didattica, vista la presenza dei giovani protagonisti, in gran parte alunni del Liceo scientifico “Nino Cortese” di Maddaloni (otto in tutto) e della scuola superiore di primo grado”.
Le motivazioni dell’evento vengono di seguito esposte allorquando il Prof. Sparaco aggiunge: “Si vuole, più in profondità, recuperare la memoria storica del territorio attraverso la visitazione in chiave drammatica e teatrale di documenti che ci riportano in un remoto passato, fra Sei e Settecento in particolare. Cosicché “ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente” voluto, studiato, meditato”.
Fatte tutte le premesse e le precisazioni del caso, si entra nello specifico con una descrizione di quello che sarà il collocamento dell’evento. Infatti, Sparaco: “ecco allora comparire sul palcoscenico il Duca Marzio II Carafa che declama il suo testamento (refuta) davanti ai suoi sudditi posteri e quanto dice sembra riferirsi al presente. Ed ecco ancora prendere corpo un raro documento, scovato all’Archivio diocesano di Napoli, relativo ad un processetto matrimoniale del 1659 in cui giovani promessi sposi dichiarano le loro generalità davanti a testimoni. Niente di storico, nel senso della Grande Storia, quella dei manuali scolastici, per intenderci, senonché quei giovani nubendi sono i genitori del grande filosofo Giambattista Vico, il cui padre dichiara al Notaio di Curia di essere maddalonese e i cui testimoni sono suoi compaesani e hanno nomi e cognomi noti: Quintavalle, Carbone, Del Bene (Debonis)”. Per poi aggiungere: “Tutto vero, come le coreografie, curate dalla maestra Danila Antoniciello, le sonate, le tarantelle (a cura di Pasquale De Matteo), le cantate in cui si cimentano giovanissimi interpreti. Ma vero soprattutto l’impegno della regista Rita Pisanti e di attori per passione di navigata esperienza, come Mattia Della Peruta, Domenico Razzano, Vincenzo d’Errico, Francesco Della Ventura, o di chi ha indicato i brani musicali, come i maestri Lucio De Feo e Massimo Razzano, o di chi ha curato i suoni, come il maestro Pietro Vinciguerra, o di chi ha curato la grafica, come Giovanna Ferraro, o di chi ha reso tecnicamente possibile l’evento, come Enzo Del Giudice, o di chi ha curato i testi, come il sottoscritto, o di chi ha curato la scenografia, come Enzo Gagliardi, o di chi ha promosso l’iniziativa e ne ha predisposto l’organizzazione generale, come Luigi Ferraro”.

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