Inside Monet, la realtà aumentata nell’arte a Milano
In un mondo sempre più connesso, dove è possibile modificare attraverso l’intelligenza artificiale qualsiasi frame o video in modo che sembri di dubbia attribuzione al protagonista, la realtà aumentata è fonte di arricchimento per le risorse umane del nostro tempo, in grado di stimolare la nostra percezione su più fronti.
Se già il semplice concetto di “realtà” ha destato non pochi dibattiti in ambito filosofico – è sufficiente pensare a Descartes, per cui le rappresentazioni mentali potrebbero non corrispondere alla realtà esterna, o all’idealismo trascendentale di Kant secondo il quale la realtà è analizzabile solo attraverso le categorie mentali del soggetto – tale concetto se affiancato al mondo virtuale dà vita ad un nuovo modo di percepire eventi, letterature, cinema e produzioni artistiche varie.
È ciò che è stato messo in pratica a Milano, nei pressi dell’Arco della Pace, in un “Museo Impossibile” all’aperto, che permette ai visitatori di immergersi, grazie ad un’esperienza interattiva, nelle opere del genio dell’Impressionismo, Monet.
Inside Monet è la nuova Virtual Reality Experience voluta da Way Experience, media company che opera nel settore del turismo culturale e vincitrice dell’Oscar dell’Innovazione Premio Angi 2022.
«[…] Inside Monet porta Parigi a Milano, porta lo spettatore nel porto di Le Havre e gli fa vedere con i propri occhi i riflessi della luce dell’alba sull’acqua, facendo cogliere l’Impressionismo attraverso le impressioni di chi lo vive», afferma Pier Francesco Jelmoni, co-founder di Way Experience.
Aperta al pubblico lo scorso 15 aprile e disponibile fino al prossimo dicembre, la rassegna virtuale prevede la durata di circa un’ora, snodandosi in un piacevole walking outdoor tour.
“Ho avuto il solo merito di aver dipinto direttamente di fronte alla natura, cercando di rendere le mie impressioni davanti agli effetti più fuggevoli, e sono desolato di essere stato la causa del nome dato a un gruppo, la maggior parte del quale non aveva nulla di impressionista” rese noto in una delle sue memorie Monet, sottolineando come un gruppo eterogeneo di artisti che non costituiranno mai un movimento pittorico sotto un comune Manifesto, abbiano in realtà realizzato una delle rivoluzioni più poderose della storia dell’arte dopo l’invenzione della prospettiva rinascimentale.
Inside Monet prevede cinque diversi momenti, legati a lavori dell’artista ed effetti personali, tra cui spiccano: Impressione, Levar del sole (1872), tra forme e colori che hanno donato il nome identificativo al gruppo degli Impressionisti, grazie alle suggestioni dell’alba al porto di Le Havre; I papaveri (1873) e la gioia campestre che sprigiona una distesa di papaveri dell’Île-de-France, un attimo catturato dagli occhi e reso attraverso la mente in un gesto veloce, preciso, posato; La passeggiata (1875), un momento di vita quotidiana che la moglie dell’artista vive insieme al figlio sulle colline di Argenteuil; I covoni (1890-91) un suggestivo ritratto georgico, un campo immerso tra i raggi del sole e mucchi di fieno ed infine Stagno delle ninfee (1899), ciò che Monet considera il suo capolavoro, il giardino di Giverny.
“Mi ci è voluto molto tempo per capire le mie ninfee. Le avevo piantate per il gusto di piantarle, e le ho coltivate senza pensare di ritrarle. Non si assorbe un paesaggio in un solo giorno. E poi, all’improvviso, ho avuto la rivelazione dalle fate del mio stagno. Ho preso la mia tavolozza. Da allora, non ho avuto altri modelli”.
È forse il Tempo, il segreto del successo dell’Impressionismo e della pittura en plein air. Se è vero ciò che Sant’Agostino scriveva ne “Le Confessioni”, esistono tre tipi di presente: passato, presente stesso e futuro. Se il presente del passato è la storia, il presente del futuro è l’attesa, il presente del presente deduciamo essere la visione, quella stessa realizzata dagli Impressionisti, estemporanea, disinteressata, priva di costruzioni storiche se non la narrazione di un’epoca nuova di fermento, di progresso, cultura, stupore e gioia, il tempo della Ville Lumière e delle lunghe promenade, un periodo non privo di contraddizioni con rilevanti cambiamenti che ancora oggi si riflettono sulla nostra vita culturale.