Rischio ictus e infarti per chi usa farmaci con pseudoefedrina per alleviare i sintomi del raffreddore
L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia Nazionale Francese per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari (ANSM). Un avviso che ha scosso anche le Nazioni vicine. Anche perché i prodotti si trovano sugli scaffali delle farmacie in tutta Europa, compresa l’Italia. Peraltro la comunicazione è arrivata in concomitanza con la stagione del raffreddore e dell’influenza, quando le vendite raggiungono il picco.
Il rischio di infarto o ictus? L’Agenzia indica che è molto basso. Ma precisa anche che questi eventi possono verificarsi indipendentemente dalla dose e dalla durata del trattamento. Per questo ne sconsiglia l’uso. Il comunicato prosegue poi indicando che dati recenti, provenienti da database di farmacovigilanza e letteratura medica, riportano casi di sindromi da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) e sindromi da vasocostrizione cerebrale reversibile (RCVS) dopo l’assunzione di un vasocostrittore orale contenente pseudoefedrina.
I farmaci a cui si riferisce l’avviso dell’Agenzia sono i cosiddetti vasocostrittori utilizzati per sbloccare il naso. I più diffusi? Actifed, Dolirhume, Nurofen Rhume, Humex o Rhinadvil. Quanti ne sono stati venduti? L’anno scorso, in Francia, sono state acquistate tre milioni di scatole.
“Esistono rischi di effetti indesiderati, rari ma molto, molto gravi, su tutte le popolazioni, anche quelle senza fattori di rischio e che ne fanno un uso limitato”, ha dichiarato a Franceinfo Christelle Ratignier-Carbonneil, Direttrice dell’Agenzia del Farmaco. Certo, ictus e infarti legati a questi farmaci specifici rimangono rari: ma l’Agenzia francese ritiene che il rischio sia troppo elevato per un semplice raffreddore. L’Agenzia può solo consigliare ai cittadini di non usarli. Solo l’Unione Europea, infatti, può ordinarne il ritiro dal mercato o vietarli del tutto.