La Diocesi di Aversa piange la scomparsa di Mons. Paolo Dell’Aversana
Monsignore Don Paolo Dell’Aversana sabato 16 marzo 2024, all’età di settantaquattro anni, ha fatto ritorno alla Casa del Padre. Un male crudele, che quasi sempre si rivela mortale, ha posto fine, nella casa di Parete, alla sua esistenza terrena. Ieri, domenica 17 marzo, la salma ha sostato presso la “Sua” creatura, il “Santuario Maria SS. di Briano”, che da diversi lustri lo guidava come Parroco e come Rettore, struttura ubicata nel Comune di Villa di Briano in una splendida campagna, alla periferia dei centri abitati di Casal di Principe e di Villa di Briano, che con dedizione, impegno, disponibilità e sacrificio l’aveva caratterizzata anche come luogo di accoglienza dove poter vivere con tranquillità giornate di studio, riflessione e campi scuola. Stamane, lunedì 18 marzo, alle ore 10.00, nella Chiesa Cattedrale di Aversa, sarà celebrato il sacro rito esequiale presieduto dal Vescovo diocesano S. Ecc. Mons. Angelo Spinillo che sarà assistito dai presbiteri diocesani.
Don Paolo era da tempo malato e il prossimo 24 marzo avrebbe festeggiato il cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale e con l’episcopato di Mons. Mario Milano aveva ricoperto l’incarico di vicario episcopale e nell’assolvere tale incarico manifestò doti non comuni di saggezza e di equilibrio. Nella sua “missione” sacerdotale è stato un faro di cultura, di fede e di resistenza civile. Amava tanto la sua terra che firmò con Don Peppe Diana e con altri Sacerdoti della forania di Casal di Principe il documento “Per amore del mio popolo”, diffuso a Natale del 1991 in tutte le Chiese di Casal di Principe e della vasta e variegata zona aversana, nella quale si manifestavano forti preoccupazioni per le “leggi” della camorra imperante, si indicavano precise responsabilità politiche, si sollecitava un impegno più convinto e leale dei cristiani e si lanciava, altresì, un accorato, sentito e mirato appello: (…) Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe.
Ai preti, nostri pastori e confratelli, chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;
Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo ‘profetico’ affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili. (…)”.
I rappresentanti del Comitato Don Peppe Diana appena appresa la ferale notizia della sua scomparsa hanno dichiarato: “Don Paolo è stato un grande compagno di viaggio, un uomo mite, ma dalla cultura profonda, ci ha fatto da padre e ci ha accompagnato nel nostro agire, sempre in maniera discreta, ma dispensando consigli utili per rafforzare e radicare la presenza e la cultura antimafia. Per anni la sua Chiesa è stata il punto di riferimento delle iniziative anticamorra, la sede del Comitato ‘Don Peppe Diana’ dove sono state promosse decine e decine di iniziative antimafia ed è stato anche il luogo della sana tradizione popolare dove, specialmente nel periodo pasquale, centinaia di persone, dopo aver reso il tributo alla Madonna di Briano, ballano e cantano al ritmo della tammurriata”.