Chiara Tramontano testimonia per il processo di femminicidio della sorella Giulia
Chiara Tramontano, sorella di Giulia, ha testimoniato ripercorrendo la storia della gravidanza della sorella uccisa a Senago il 27 maggio 2023 dall’ex barman di 30 anni Alessandro Impagnatiello a Senago, nel milanese. Ecco le sue parole: “I miei genitori vivono la tragedia di avere perso una figlia, e hanno bisogno che noi figli diventiamo il loro bastone, che diamo loro la forza. Io e mio fratello vorremmo solo piangere e arrenderci, ma se lo facciamo che ne sarà dei nostri genitori? E allora ci facciamo forza, e andiamo avanti sapendo che noi figli abbiamo un ruolo, e che dovremo portare sulle nostre spalle questo fardello per tutta la vita. Sappiamo che ci saranno d’ora in poi solo lavoro e il cimitero”. La giovane ha risposto alle domande delle PM e della difesa, davanti al reo confesso, sempre con la testa e occhi bassi, con il suo viso ancora malinconico e pieno di dolore. Ha anche aggiunto: “Nei primi mesi di gravidanza Giulia soffriva di mal di stomaco e nausee. Aveva anche iniziato a soffrire di cistite, era costantemente in terapia e quando siamo andati in Trentino, nei giorni di Natale, lei stava malissimo. Eravamo molto preoccupati, era tale il dolore che le provocava lo stomaco. La notte rimaneva sveglia a riscaldare l’acqua calda. E proprio in quei mesi aveva iniziato a dire che l’acqua delle bottiglie aveva un sapore strano. Noi infatti – memori di quegli episodi della candeggina nelle bottiglie d’acqua che erano stati raccontati negli anni ‘90 – pensavamo che fosse uno scherzo di cattivo gusto, e le avevamo consigliato di buttare tutto”. Inoltre, Giulia si era rivolta a un consultorio per abortire, all’insaputa dei tradimenti che aveva scoperto e per la non contentezza del suo compagno: “Ma lui all’ultimo ci aveva ripensato e così anche lei”. Secondo Chiara, “Giulia avrebbe potuto portare avanti la gravidanza anche da sola, c’era la volontà di avere un figlio anche da sola, aveva preso in considerazione la cosa visti i tradimenti di lui”. E ancora: “Mia sorella era bella e giovane, lavorava, poteva rifarsi una vita pur tenendo il bambino” anche perché “noi famiglia la avremmo aiutata”.
L’ergastolo appare la conclusione più auspicabile anche perché Impagnatiello è accusato di una serie di aggravanti come omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e dal vincolo affettivo, occultamento di cadavere e procurata interruzione di gravidanza.