Capua – Il regista francantonio ritorna al Teatro Ricciardi con la commedia “L’erede”

Il regista francantonio (all’anagrafe Franco Antonio) dopo il successo di pubblico e di critica ottenuto con la commedia napoletana “’Nu Bambeniello e tre San Giuseppe” rappresentata nei giorni 3 e 4 maggio 2024 al Teatro “Giuseppe Garibaldi” di Santa Maria Capua Vetere, questa sera alle ore 20.30 porta in scena al Teatro Ricciardi di Capua la commedia “L’erede”, della quale ha curato magistralmente l’adattamento e la regia.
La commedia scritta da Eduardo De Filippo, in lingua napoletana nel 1942 ed inserita dallo stesso autore nel gruppo che ha chiamato “Cantata dei giorni pari”, nel 1972 viene tradotta in lingua italiana e nel 1980 è diretta e interpretata da Enrico Maria Salerno.
Il Tema della commedia apparentemente ha come fulcro la beneficenza e chiama in causa coloro che la fanno e che la ricevono ma evidenzia, con sarcasmo propositivo, che l’altruismo è mescolato alla critica per la società borghese perché, pur di sentirsi la coscienza a posto, dona ipocritamente a chi ne ha bisogno soltanto gli avanzi della propria ricchezza.
Francantonio con la regia della commedia “L’erede”, che questa sera porta in scena, testimonia e conferma ulteriormente la sua “ars” teatrale e il suo brio artistico, la sua determinazione e convinzione che proporre il teatro come momento e azione divulgativa e formativa costituisce anche un’azione educativa per i giovani, in un contesto dove i valori e gli ideali sembrano che si siano completamente smarriti o che abbiano perso ogni significato.
Il regista francantonio, vanto e figlio di Calvi Risorta, porta sempre in scena, con acume e lungimiranza, momenti e circostanze comiche, dolorose, allegre, spensierate, drammatiche, luttuose, goliardiche e nel rappresentarle non fa mancare mai l’umorismo tipico napoletano del passato e proiettato positivamente nel domani.
Bisogna essere grati a francantonio, che con la passione e la verve artistica propone allo spettatore momenti di vero e appagante TEATRO.

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