Camigliano – Miriam Candurro presenta il suo romanzo “La settima stanza”

Presso il Caffè Letterario Officina Culturale di Camigliano lunedì 4 novembre alle ore 18.30 si è tenuta la presentazione del romanzo intitolato “La settima stanza” della scrittrice e attrice Miriam Candurro suscitando grande entusiasmo in tutta la comunità. Edito da Sperling & Kupfer e ha come tema portante quello delle seconde opportunità. A dialogare con l’autrice l’Avv. Nadia D’Onofrio e la Psicologa Emanuela De Crescenzo raccontando questa creatura letteraria in tutte le sue vesti. L’artista poliedrica Miriam Candurro ha voluto inizialmente ringraziare i presenti per il calore ricevuto e l’affetto, ed ha sottolineato che è un onore presentare il suo romanzo a Camigliano. Un incontro letterario fortemente voluto dal Primo cittadino Antonio Veltre e dall’Amministrazione comunale.
Un romanzo scritto durante il lockdown ed è ambientato in un paesino inventato della Puglia, San Falco, che si accentra attorno a due personaggi Giovanni e Anna che grazie alla costrizione si rivedono dopo 20 anni. Un vecchio amore che fa tornare alla mente a Giovanni il motivo per il quale si erano lasciati, un passato segnato dalla violenza di quel paesino. Due personaggi d’inchiostro che accompagnano alla vicenda che gli è successo e poi con il tempo diventano concreti. Nel suo intervento la Serena de “Il Posto al Sole” afferma: “La mia copertina del romanzo ha come sfondo il mare ove io nutro una grande passione, nel senso che mi calma quando è calmo e mi dona tanta forza quando è agitato. Un elemento naturale a cui sono molto legato e mi affascina molto, perché ha qualcosa di straordinario anche se basta poco per sconvolgere il tutto allo stesso modo della vita. È determinante nel romanzo dando una seconda possibilità a Giovanni e Anna. Il messaggio che volevo dare è quello che la verità non è sempre unilaterale e si potrebbe vivere meglio mettendo in discussione la verità già assunta”.
Poi spiega anche della scelta narrativa di una doppia voce narrativa affidata ai due protagonisti della storia: “Una scelta fatta dall’inizio perché ho sempre avuto la passione di raccontare con i punti di vista diversi perché ci sono sempre le verità accessorie a chi vive quella storia. Ricordo che una volta ho pensato a un racconto dicendolo al mio professore di letteratura dell’Università pensando a questo racconto a due facce e da qui inizio tutto”.

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