Docente picchiato da giovani squadristi

Dalla pagina Facebook Radio Londra riportiamo:
Brescia, a.d. 2024. 5 ragazzi avvicinano un uomo che cammina solo, ha 36 anni, fa l’insegnante. L’hanno aspettato, lo conoscevano, l’hanno chiamato per nome. Dopo averlo accerchiato hanno iniziato ad interrogarlo sul fascismo e su Mussolini, sostenendo che quel periodo fosse migliore dell’attuale. Il giovane professore però la pensava diversamente, ha iniziato a spiegare ai ragazzi quale periodo buio fosse stato in realtà il ventennio, esponendo un pensiero critico. E questo ai giovani squadristi non è piaciuto, passando alle vie di fatto: uno di loro ha iniziato a prendere a pugni il docente, spaccandogli la faccia, per poi dileguarsi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Un attacco premeditato certamente, un’imboscata, pare che tra questi ci fosse anche un suo ex allievo.
Indubbiamente ad un certo punto il professore aveva capito cosa quei ragazzi volessero, dove volessero arrivare, perché fossero lì. Ma ha tenuto la schiena dritta e ha difeso le sue ragioni, le ragioni dell’antifascismo. Di un’Italia libera e plurale. E questo gli è costato 10 giorni di prognosi.
È necessaria una profonda riflessione su quanto sta accadendo in Italia. Tutto ciò è accaduto a Brescia ma può accadere ovunque e a chiunque. Perché è già successo e succederà ancora. E la prossima volta potrebbero non essere solo pugni.

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