Capua – Notte Bianca al Liceo Pizzi
Ancora una volta si è svolta una Notte Bianca realmente riuscita, nel dicembre 2024, al Liceo Pizzi di Capua. Promossa dalla Rete Nazionale del LES (Licei Economico-Sociali) presenti in Italia, nel caso dell’Istituto Pizzi è stata realizzata il 18 dicembre, dalle 18.00 alle 20.00, negli spazi dell’Aula Magna. Sotto lo sfondo di un cielo trapuntato di stelle, riprodotto per l’occasione, al centro dell’evento vi è stata la tematica del cambiamento costante, inteso nel senso di opportunità: “Abbracciamo il cambiamento” era infatti il titolo eloquente dell’evento. L’iniziativa della Notte Bianca del LES, nata per fare conoscere maggiormente un indirizzo di relativamente recente istituzione, è ormai una consuetudine per il Liceo Pizzi; il LES, del resto, è ormai uno degli indirizzi di punta dello stesso Pizzi: Liceo primo nella classifica Eudoscopio, ormai da anni di seguito, per la provincia di Caserta. Gli studi universitari, infatti, rivelano una maggiore e costante riuscita, in media, di giovani che erano stati studenti del Pizzi, dalla più solida preparazione culturale, e, in generale, capacità di studio. Gli indirizzi Scientifico, Economico-Sociale, Linguistico e delle Scienze Umane tradizionali sono tra i principali “fiori all’occhiello” del Liceo Pizzi. Il Liceo delle Scienze Umane-Opzione Economico-Sociale (appunto, LES: Liceo Economico-Sociale), del resto, si è confermato un indirizzo alquanto completo, divenuto molto richiesto pure per i suoi grandi sbocchi riguardo settori di studio-lavoro, pure creativi. Sue particolarità, tra l’altro, sono lo studio del diritto-economia, oltre alle lingue inglese e spagnola, alle scienze umane ed alle materie tradizionali degli indirizzi liceali. Si tratta di aspetti ricordati anche dal Dirigente Scolastico, Professor Enrico Carafa, che ha rivolto un saluto dal cuore al pubblico. Uno degli argomenti al centro della serata, organizzata da studenti ed insegnanti, è stata la radio, con la sua storia ed il suo ruolo sempre attuale, nell’anno del centenario della sua messa a punto, con Guglielmo Marconi: un mezzo di comunicazione tuttora potente, rivelatosi versatile e poliedrico, tra tradizione e cambiamento. Era stato ricordato, infatti, anche attraverso una serie di diapositive, quanto la radio sia tuttora veicolo di rilievo, per informazione e musica. Già studi dello scienziato serbo Tesla, a fine ‘800, sulla comunicazione senza fili, erano stati preziosi per la futura radio, poi realizzata, appunto, dallo scienziato italiano Guglielmo Marconi, il 6 ottobre 1924. In breve tempo, così, era sorta l’E.I.A.R acronimo di Ente Italiano Audizioni Radiofoniche; ampio era stato l’uso sotto il fascismo della radio, usata anche in quanto strumento di propaganda, ma rendendo, nei fatti, quel periodo storico più documentabile: le voci di molti gerarchi dell’epoca sono così ancora udibili, e così quelle degli appelli dell’emittente che al fascismo si opponeva: la famosa Radio Londra. Successivamente, la stessa RAI, tutt’ora centrale per le comunicazioni in Italia, è sigla che indica non solo la televisione, ma la stessa radio statale, stando per Radiotelevisione Italiana, naturalmente. Sulle frequenze della radio, veniva ricordato, vi erano stati anche programmi di sport divenuti familiari per il pubblico, tra cui Tutto il calcio minuto per minuto ed il Festival di Sanremo: saluto standard della trasmissione sulla canzone italiana, all’epoca in radio, era stato “Cari amici vicini e lontani”. Da allora, all’epoca del bluetooth (frequenza radio a corto raggio, di trasmissione di dati, per reti personali senza fili, applicabile anche a telefonini cellulari, computer ed altri dispositivi,) la radio è rimasta, innovandosi, uno strumento di punta delle comunicazioni, che si è saputa rinnovare. Sono seguite scene in lingua spagnola; presente anche un poadcast, trasmissione in diretta via Internet, anche sul tema scottante della violenza di genere. Veniva rimarcato quanto fosse importante l’ascoltare per capire, anche riguardo i femminicidi: drammatiche ferite sociali. Violenze, di solito, non da sconosciuti, ma da persone familiari che tradiscono la fiducia, a volte iniziando con ferite psicologiche. Nell’ambito dell’impegno contro l’indifferenza, e per un impegno sociale, era stato rievocato, in forma teatralizzata, il caso di Titti Genovese, vittima di un maniaco sadico ormai molti anni fa: un caso che sembra senza tempo, che ricorda molto quelli di tempi non lontani. Per alleggerire l’atmosfera, poi, non erano mancati balli con canzone in spagnolo, che nei fatti sottolineavano quanto nel LES venissero studiate la lingua spagnola (affine all’italiano, ma da non sottovalutare, anche per il sistema verbale complesso), una delle lingue più parlate al mondo, e venisse studiata anche la tanto ricca cultura spagnola e di altri Paesi di lingua ispanica, per ampliare gli orizzonti. Pregiudizi e stereotipi di genere, invece, erano stati evidenziati anche in una scenetta tragicomica interpretata ancora una volta da studenti del Pizzi: il tema erano colloqui di lavoro, dove emergeva spesso quanto donne anche molto preparate potessero essere pagate meno di uomini, per partito preso. Veniva evidenziata quanto possa essere sorprendente la resilienza, con il dolore che diventa forza, che porta a nuova consapevolezza della bellezza della vita. Ancora una volta, poi, erano stati sottolineati ricorrenti stereotipi di genere, pure nella pubblicità: riconoscibili pure tramite approfondimenti sociologici: anche nel caso, ad esempio, dell’immagine della donna per la pasta “Barilla”, vista in tale modo quasi automatico in quanto casalinga. Altra faccia della stessa medaglia, invece, si è sottolineato, sono le ricorrenti allusioni a doppio senso nella pubblicità, nelle quali la donna viene spesso relegata a “donna oggetto”. Due modi per relegare la donna in ruoli spesso troppo stereotipati e marginali. Altri casi rappresentati, invece, erano stati quelli della pubblicità creativa, fantasiosa: tra questi, quello di un rossetto in grado di cambiare colore con gli stati d’animo. Ancora a proposito di capacità di reagire, con forza d’animo, un canto corale, dopo una delusione d’amore, aveva rappresentato una riscoperta del proprio valore: un nuovo inizio, un nuovo germogliare di possibilità. Un’altra tematica particolarmente approfondita era stata quella dell’automazione con l’intelligenza artificiale, più connessa ad aspetti scientifici: un ambito affascinante, molto sorprendente, ma anche molto inquietante, se lasciato a se stesso, per cui rimane fondamentale bilanciare benefici e rischi. L’intelligenza artificiale (I.A.), infatti, ha senso che venga utilizzata cercando di soddisfare anche requisiti etici e legali. Non mancano, naturalmente, pericoli, riguardo la stessa intelligenza artificiale, che si teme anche che possa sostituire troppo il lavoro umano: non a caso, prevale una percezione negativa dell’I.A. nel mondo del lavoro, ma è un dato di fatto, è stato evidenziato durante la serata, che l’intelligenza artificiale non possa sostituire in tutto quella umana, soprattutto sulle capacità di pianificazione. Soprattutto negli ultimi anni, l’attenzione si è molto concentrata sull’intelligenza artificiale, ma, in realtà, se ne è cominciato a parlare dalle prime applicazioni già dal 1956; ora, tuttavia, è applicabile pure in generazioni di testi. Rimane primario, del resto, sapere dare istruzioni all’intelligenza artificiale, che da sola a volte non è attendibile. Durante la serata, così, sono stata analizzate con attenzione alcune capacità reali dell’intelligenza artificiale, in particolare riguardo la presentazione di mappe, grazie all’intelligenza generativa, e la possibilità, futuristica, ma ormai reale, di analizzare una quantità immane di dati. Tuttavia, durante la serata tematica, centrata appunto sul cambiamento da accogliere, è stata espressa la profonda convinzione che l’intelligenza artificiale non possa, strutturalmente, sostituire la capacità umana di pensiero critico, quindi non omologato; del resto, l’intelligenza artificiale non è in grado di prendere decisioni etiche, con coscienza e consapevolezza. Infatti, l’intelligenza artificiale, veniva affermato con equilibrio, può supportare, ma non sostituire, l’intelligenza umana. Certamente, infatti, l’intelligenza artificiale, da sola, non può indicare cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. In effetto, l’I.A. dà risposte verosimili, ma solo a volte vere: risposte ricavate analizzando, appunto, una enorme quantità di dati. Chiaramente, alcune sue applicazioni sono di particolare utilità: ad esempio, nella maggiore velocità nella realizzazione dei vaccini anti-covid e nella possibilità di minore impatto ambientale sul pianeta. Riflessioni profonde, quindi, anche tra scienza e filosofia, e, in un certo senso, anche di filosofia della scienza, durante una serata con momenti sia di approfondimento, attuato con impegno e competenza, che di spettacolo, con momenti allegri, di leggerezza, e coreografie variopinte. Lo spettacolo della Notte Bianca è stato accompagnato da una colonna sonora coinvolgente, da Baby one more time, della cantante Britney Spears, fino alla chiusura, con musica strumentale e canto dello storio complesso dei Queen. Una serata per tanti aspetti completa, nello stesso modo in cui presenta tanti aspetti di completezza lo stesso indirizzo delle Scienze Umane Opzione Economico Sociale (LES).