Impressionisti e la Parigi fin de siècle, a Napoli la mostra evento

A partire dal 23 novembre 2024 e fino al 27 aprile 2025, la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta di Napoli ospiterà la prestigiosa mostra “Impressionisti e la Parigi fin de siècle”.
L’evento, curato da Vittorio Sgarbi, ripercorrerà le tappe salienti della rivoluzione artistica che caratterizzò la Parigi del periodo compreso tra il 1850 e il 1915. Il pubblico avrà l’opportunità di ammirare opere di inestimabile valore, provenienti da collezioni private e da una selezione esclusiva della collezione personale di Vittorio Sgarbi.
L’esposizione pone un focus particolare sugli artisti che parteciparono alle mostre ufficiali, a partire da quella storica del 1874 nello studio del fotografo Nadar, evento che segnò l’ingresso ufficiale del movimento nel mondo dell’arte. I visitatori potranno osservare da vicino i lavori di Maestri quali Monet, Degas, Manet, Renoir, Cézanne, Gauguin e Pissarro, oltre a quelli di altri artisti che contribuirono a definire lo stile impressionista. Nonostante la corrente artistica sia spesso associata a nomi maschili, diverse donne ebbero un ruolo importante: artiste come Berthe Morisot, Mary Cassatt ed Eva Gonzalès contribuirono a definire lo stile impressionista, portando alla luce la loro sensibilità e la loro prospettiva unica.
Nel XIX secolo, il pittore John Singer Sargent offrì una nuova chiave di lettura di Claude Monet: “L’impressionismo è il nome dato a una certa forma di osservazione quando Monet, non contento di usare gli occhi per vedere le cose o il loro aspetto come tutti gli altri avevano fatto prima di lui, pose la sua attenzione su ciò che accadeva nella sua retina, così come un oculista avrebbe esaminato la propria vista”. Secondo questa visione, gli artisti non si limitavano a dipingere la realtà, ma la filtravano attraverso la lente della percezione, catturando le vibrazioni della luce e i riflessi fugaci del mondo circostante.
La Parigi di fine Ottocento si presentava come un crocevia di innovazioni che avrebbero plasmato il futuro. Le strade della capitale francese erano arterie pulsanti dove l’eco delle carrozze si mescolava al rombo dei primi treni, simboli di una rivoluzione industriale che stava ridisegnando il volto della città. Fabbriche e stazioni ferroviarie, cattedrali della modernità, si stagliavano all’orizzonte, mentre i nuovi boulevard, palcoscenici di una vita sociale in fermento, pullulavano di folla e di energia. E poi, l’obiettivo che cattura l’attimo: la fotografia, con il dagherrotipo e le tecniche in evoluzione che sfidavano la pittura e immortalavano la realtà. Nelle sale buie dei primi cinematografi, le immagini in movimento incantavano il pubblico, offrendo una nuova dimensione del tempo e dello spazio. La luce elettrica, con le lampadine a incandescenza, trasformava le notti parigine in un teatro di ombre e riflessi, mentre il telefono, con la sua promessa di connessioni immediate, accorciava le distanze e accelerava il flusso di informazioni. Un contesto di effervescenza culturale e tecnica in cui l’Impressionismo trovò la sua voce e gli artisti, come sensibili sismografi, ne registrarono le vibrazioni catturando l’essenza di una società in continuo movimento.
L’onda d’urto dell’Impressionismo scosse le fondamenta dell’arte, proiettando la sua influenza ben oltre i confini del XIX secolo, tracciando la rotta per le avanguardie del Novecento e aprendo le porte a correnti rivoluzionarie come il Post-impressionismo, il Fauvismo e l’Espressionismo. Dietro le quinte della trasformazione epocale, Paul Durand-Ruel, mercante d’arte visionario, scommise sul talento degli impressionisti, sfidando il gusto conservatore dell’epoca. Con mostre audaci e acquisizioni strategiche, Durand-Ruel traghettò l’Impressionismo dal limbo dell’incomprensione al palcoscenico della fama mondiale, consegnandolo all’immortalità.
Un’occasione unica per immergersi nell’atmosfera parigina ottocentesca e scoprire i segreti di un movimento artistico che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post