Dott. Aldo Bova: “Contro la violenza sulle donne, cultura idonea e applicazioni delle leggi”
Il Dottore Aldo Bova, Presidente del Forum delle Associazioni sociosanitarie, da sempre particolarmente vicino alle vittime dei maltrattamenti, abusi e femminicidi e sensibile, non poco, nel combattere le discriminazioni e le disuguagliane di genere, per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, 25 novembre (data scelta in memoria delle sorelle Patria, Minerva e Teresa Mirabal, attiviste politiche massacrate nel 1960 per ordine del dittatore domenicano Rafael Leondas Trujillo) istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sollecitare i Governi, le Organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in tale giorno, attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza sulle donne, ha socializzato in un pregante documento che “Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne il Forum delle Associazioni sociosanitarie con le sue undici associazioni costituenti l’assemblea e la sua Rete territoriale di 50 strutture, ha ritenuto doveroso porsi nel filone di tutte le realtà sociali, associative ed istituzionali che sentono il dovere di denunciare questa piaga e adoperarsi, affinché questa violenza vada a ridursi”.
Il Presidente Bova, con profonda amarezza ha dichiarato che “I numeri nel mondo sono enormi e dipendono dalla maturità dei popoli e da una limitata maturazione culturale dei Governi e dei popoli stessi. Basti considerare gli spettacoli tristi dell’Iran, cui stiamo assistendo. Venendo alle situazioni di casa nostra sono anni che i numeri di femminicidi in Italia si aggirano sui 105-110 l’anno. La maggior parte sono effettuati da compagni di vita o da ex compagni di vita. In numero più limitato da soggetti diversi. Alla base c’è sempre nei maschi autori dei delitti un patologico senso di possesso nei riguardi della propria attuale o ex compagna o una condizione patologica di pulsione di possesso ed omicida nei riguardi di donne incontrate per caso.
Il Presidente Bova si è, altresì, chiesto, sorretto da un cauto ottimismo, “Cosa possono fare le forze sociali come le nostre per limitare questo fenomeno triste e vergognoso: parlarne ed evidenziarlo; fare cultura del rispetto e di tutela della vita e di rispetto per la donna; fare cultura di prevenzione delle violenze, invitando le donne a denunciare; spingere affinché ci sia protezione per le donne in pericolo; generare condizioni di maggiore autonomia delle donne con più lavoro, rispettosamente retribuito; creare più asili nido, specialmente nel Sud Italia, molto sguarnito su questo versante; agire e fare agire sugli uomini a rischio di produzione di violenze, per farli ragionare e maturare nelle valutazioni relazionali esistenziali”.
Il Dott. Bova, forte della sua esperienza in campo sociosanitario ha avanzato dei preziosi e significativi suggerimenti “Le forze sociali, come le nostre, devono spingere molto per la prevenzione degli episodi con elementi culturali, formativi, di analisi psicologiche e di lavoro psicologico su soggetti ammalati nel cuore e nella mente. Azione importantissima di spinta che dobbiamo svolgere riguarda l’applicazione delle leggi esistenti. Perché la legislazione per fermare o limitare questi fenomeni esiste, ma non viene adoperata. L’uso del braccialetto per i soggetti pericolosi viene adoperato molto poco ad esempio. È importante molto anche una formazione idonea per tutte le persone del mondo della giustizia impegnate nell’operazione di prevenzione e di repressione di crimini di violenza contro le donne”.
Il documento si conclude con un messaggio positivo e con un auspicio propositivo “Credo che le forze come quella del nostro Forum delle associazioni sociosanitarie possano dare un contributo valido complessivo e composito per ridurre la violenza sulle donne e per far entrare nel sentire comune il sentimento di esigenza di agire in tal senso. E, quindi, lo abbiamo fatto e lo continueremo a fare con senso di contributo sociale a migliorare la vita delle nostre comunità. Il tentativo di andare verso la civiltà dell’Amore”.