Gregorio Iannaccone, Margherita Faia, Luisa Bocciero e Mara Lo Russo: “La scuola del merito non convince”

Il Dirigente Scolastico Gregorio Iannaccone, con esperienza dirigenziale in Veneto, nelle Marche e in Campania, già Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici – A.N.DI.S. –, attuale membro del Direttivo Nazionale e responsabile del Dipartimento dello Sviluppo associativo, ha pubblicato sul Quotidiano del Sud un articolato “documento” con il quale ha esaminato le complesse problematiche connesse “alla scuola del merito” nel quale ha vergato che “Non lo convince la scuola del merito immaginata dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara”. La denominazione del Ministero con la nuova aggiunta “è apparsa a tanti un concetto vago e astratto che poco rispecchia le difficoltà reali della scuola italiana”. Si è, poi, soffermato sul ruolo e sulla funzione della scuola “La scuola non è come la legge uguale per tutti. La scuola militante ha improntato la sua azione quotidiana ispirandosi al dettato costituzionale, alla libertà di insegnamento, al sostegno ai capaci e meritevoli, che se pur privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Questo diritto è stato reso talvolta dalla scuola reale che con la sua azione qualificata ha cercato di rimuovere ostacoli economici e sociali limitanti di fatto libertà ed uguaglianza dei piccoli cittadini, per consentire il raggiungimento del pieno sviluppo della persona e rendere possibile la partecipazione reale alla vita del Paese”. A sostegno di tanto ha richiamato il codice etico dell’A.N.DI.S. per i dirigenti scolastici associati che li impegna ad operare costantemente nel rispetto della Costituzione quale “carta dei diritti fondamentali” e a porre in essere tutte quelle iniziative tendenti ad eliminare qualsiasi forma di discriminazione che legittimano la “disuguaglianza”. Il Professore Iannaccone in merito alla tematica “merito”, senza se e senza ma, e convintamente, ha sostenuto che il Governo con l’introduzione della parola “merito” nella denominazione del Ministero dell’Istruzione si “accoda alla retorica meritocratica, ne fa il modello per rifondare la scuola italiana”. Le perplessità, forti e solide, del Professore Iannaccone sono state, altresì, rafforzate dalle “Prime dichiarazioni esplicative e le scelte concrete che si vanno manifestando non sembra scorrano nella direzione giusta, non vivono nel solco della migliore tradizione scolastica italiana, che andrebbe ripresa, migliorata, senza lasciare indietro nessuno” e nella conclusione della trattazione ha esplicitamente espresso, con non poca sofferenza e fastidio, “Non credo che si possano cambiare le cose mutando le intestazioni, ma andando al cuore dei problemi, senza preclusioni, magari partendo dal <merito> del Ministero stesso …”.
Il “documento” è impreziosito anche dalle perplessità manifestate dalle Professoresse Margherita Faia, Luisa Bocciero e Mara Lo Russo.
La Professoressa Margherita Faia, docente di italiano – Latino – Storia del Liceo Scientifico Statale “P. S. Mancini” di Avellino, ha sostenuto, tra l’altro, che “Il merito è solo una parte del raggio d’azione e non è proficuo evidenziarlo mettendolo in primo piano rispetto ad altre tematiche che necessitano ugualmente di cura e attenzione continue, soprattutto in un momento storico difficile per la società italiana” e pertanto, “sarebbe auspicabile uscire dal gioco lessicale di parole retoriche che vogliono a tutti i costi risuonare come una novità politica, di svolta epocale. La scuola italiana presenta importanti se non drammatiche differenze territoriali, economiche e sociali. Occupiamo energie e risorse a rimuovere questo tipo di ostacoli. Studenti e insegnanti meritano che la scuola sia il luogo in cui si concretizzano i principi di democrazia, di uguaglianza, di tutela dei diritti”.
La Professoressa Luisa Bocciero, docente di discipline Letterarie del Liceo Statale “P. Virgilio Marone” di Avellino, sulla tematica ha scritto che “La scuola del merito è un’ipocrisia assoluta. (…) Cosa si intende per merito, in questo scenario difficile da gestire e con molti docenti in Burn out, non è dato capire. La sensazione è che si stia di nuovo improvvisando senza contezza della situazione, delle risorse e del momento storico” e, mestamente e tristemente, ha concluso “Francamente è un periodo molto buio, noi facciamo di tutto per stare accanto ai nostri alunni, ma è dura. E le prospettive sono disperanti”.
Il “documento”, attuale e pertinente, termina con il contributo della Professoressa Mara Lo Russo, docente di Materie Letterarie del Liceo “P. S. Mancini” di Avellino, che si è chiesta “Il merito di chi? Degli studenti o del personale della scuola” e poi ha aggiunto “Nella scuola di tutti, tutti devono essere uguali e meritevoli allo stesso modo. E non c’era bisogno di arrivare in fondo all’articolo 34 per riconoscerlo o il nome accanto a quello proprio del Ministro della Pubblica” e con umorismo ha aggiunto (ecco un bell’aggettivo!) “Istruzione” e amaramente ha concluso “La scuola forse merita di più di queste suggestioni passatiste del nuovo ministro. Don Milani quella scuola l’aveva messo a nudo e denunciata. Merito a lui, dunque. Le dinamiche aziendaliste lasciamole fuori dalle aule. Promuoviamo le passioni, le competenze, i valori dell’humanitas. Diamo dignità, anche economica, ai veri Maestri, quelli suscitano entusiasmo anche in chi non ha mezzi”.

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