Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale
Le origini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale risalgono al 3 maggio 1969, quando, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, si istituì il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico. Lo scopo era quello di affrontare con strumenti efficaci e soprattutto interventi mirati, il continuo depauperamento dell’immenso patrimonio della nostra Nazione. La sede del reparto fu stabilita nello storico Palazzotto tardo barocco, opera dell’architetto Filippo Raguzzini, a Piazza Sant’Ignazio a Roma. Nel corso degli anni per rispondere più efficacemente alle aumentate esigenze di contrasto nel particolare comparto criminale, il Nucleo veniva riconfigurato in Reparto Operativo, oggi retto da Tenente Colonnello, articolato nelle Sezioni Archeologia, Antiquariato, Falsificazione ed Arte Contemporanea. Con il Decreto del 5 marzo del 1992 del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali era formalmente sancita la collocazione del Comando nell'ambito del Dicastero, così come ne venivano formalizzati funzioni e compiti, con la nuova denominazione di Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico, che sarà mantenuta sino all'emanazione del D.P.R. 6 luglio 2001, nr. 307. Con tale provvedimento, infine, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (nuova e attuale denominazione) è stato inserito tra gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, al quale risponde funzionalmente.
Il Comando, grazie ai 13 Nuclei TPC distribuiti sull’intero territorio nazionale, ha assunto la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia, con particolare riferimento all'alimentazione della banca dati specializzata, operando d’intesa le altre Forze dell'Ordine ed in sinergia con le Soprintendenze e svolge la propria attività in campo internazionale tramite INTERPOL. Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale svolge indagini di Polizia Giudiziaria, contrastando tutte le violazioni di legge in materia di patrimonio culturale posti in essere da singoli individui o da organizzazioni criminali, come scavi clandestini presso siti archeologici; furti e ricettazioni di opere d'arte e relativo commercio illegale; esportazioni illegali di beni culturali; falsificazioni di oggetti d'antichità e di altre opere di pittura, grafica, scultura; operazioni di riciclaggio condotte tramite il reinvestimento dei proventi dei traffici illeciti di beni culturali; reati in danno del paesaggio; inoltre, esercita costante attività di controllo e rilevazione in occasione di mostre, fiere, aste sia in Italia che all'estero nonché nei confronti di antiquari, rigattieri, restauratori e mercanti d'arte; partecipa a convegni, seminari e ricerche nei settori di interesse e collabora con Università, Centri di Ricerca nazionali ed esteri per la conduzione di studi e lo sviluppo di progetti d'interesse operativo; collabora costantemente con Organismi Internazionali quali UNESCO, ICCROM, etc, per lo sviluppo di attività formative e di sensibilizzazione del pubblico e degli operatori di settore; assiste i funzionari del Mi.B.A.C. nelle attività di censimento, messa in sicurezza e recupero di beni culturali in aree del territorio nazionale colpite da gravi calamità.
Fiore all’occhiello del Comando Tutela è sicuramente la "Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti". Un data base, la cui gestione è assegnata all'Ufficio Comando – Sezione Elaborazione Dati, che costituisce uno strumento unico nella sua concezione, per flessibilità degli applicativi, quantità dei dati trattati e capacità della risposta operativa. La sua origine, risalente al 1980, in essa sono quotidianamente inserite tutte le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare, che pervengono dai Reparti territoriali dell'Arma, dalle altre Forze di Polizia, dalle Soprintendenze, dagli Uffici Doganali e da Interpol per i beni all'estero. Inoltre il personale addetto, grazie a specifico accordo, può accedere anche al sistema informativo della Conferenza Episcopale Italiana relativo al patrimonio culturale ecclesiastico.