7 gennaio 1992: Eccidio di Podrute
Il 7 gennaio 1992 un elicottero AB-205 dell’Aviazione Leggera dell’Esercito (A.L.E.), in missione di monitoraggio della Comunità Europea fu abbattuto da un missile aria-aria lanciato da una coppia di MIG-21 dell’Aeronautica militare jugoslava nei pressi del villaggio di Podrute (Varazdin), all’estremo nord della Croazia nei pressi del confine con Slovenia e Ungheria. Nello scontro rimase coinvolto anche un altro elicottero italiano, che i MIG cercarono di abbattere ma il pilota riuscì ad evitare il fuoco iugoslavo e ad atterrare indenne in una radura. I due elicotteri avevano il compito, con l’ok delle stesse autorità di jugoslave, di assicurare l’osservanza del “cessate il fuoco” stabilito dalla fine del 1991 ed erano sotto il controllo aereo di Zagabria. Alle ore 13.50 i due MIG decollarono dall’Aeroporto di Bihac in Bosnia con l’ordine di dirigersi verso la zona dove si trovano i due elicotteri dell’A.L.E. ed alle ore 14,07 eseguirono il loro attacco contro due velivoli “sconosciuti”. A bordo dell’elicottero abbattuto si trovavano il Ten. Col. Enzo Venturini, il Serg. Magg. Marco Matta, il Mar. Capo Fiorenzo Ramacci, il Mar. Capo Silvano Natale ed il Magg. Jean Loup Eychenne, francese. Le indagini stabilirono che non ci fu nessun errore da parte del pilota del MIG, eseguì un ordine delle alte gerarchie dell’Aeronautica di Belgrado. 21 anni dopo la Corte di Assise di Roma condannò il comandante della base di Bihac ed il comandante del 5° Corpo d’armata dell’aeronautica militare jugoslava per omicidio e disastro aviatorio, ma soprattutto considerò responsabile la repubblica serba condannandola al risarcimento dei danni a favore dei famigliari dei Caduti. Fu appurato che l’ordine impartito dal Comandante della Base Dobrivoje Opacic al pilota del MIG fu “scuoialo” senza nessun tentativo di identificazione. Ai componenti dell’equipaggio fu concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla “Memoria” con le seguenti motivazioni: Tenente Colonnello Enzo Venturini: Ufficiale pilota osservatore dell’Aviazione dell’Esercito e Capo Nucleo Elicotteri della Missione Osservatori per il controllo del cessate il fuoco, condotte sotto l’egida del comitato per la sicurezza e la cooperazione in Europa nei territori in lotta della ex Jugoslavia, si distingueva per coraggio, elevata professionalità e insigni virtù militari eseguendo numerose missioni di volo in situazione ad elevato rischio. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante pericolo derivante dalla possibilità di attacchi incontrollati da parte delle fazioni in lotta dei territori sorvolati, persisteva nell’assolvimento del compito affidatogli. Durante una regolare missione di osservazione lungo una rotta, preventivamente concordata e pianificata, perdeva la vita in un vile agguato a seguito dell’abbattimento dell’elicottero AB/205, del quale era al comando, proditoriamente colpito da un velivolo delle Forze Armate Jugoslave. Mirabile esempio di dedizione al servizio portato fino all’estremo sacrificio. Madzarevo (Croazia), 7 gennaio 1992. Sergente Maggiore Marco Matta: Sottufficiale Pilota Osservatore dell’Aviazione dell’Esercito, membro della Missione Osservatori per il controllo del cessate il fuoco, condotta sotto l’egida del comitato per la sicurezza e la cooperazione in Europa nei territori della ex Jugoslavia, si distingueva per coraggio, elevata professionalità e insigni virtù militari eseguendo numerose missioni di volo in situazioni ad elevato rischio. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante pericolo derivante dalla possibilità di attacchi incontrollati da parte delle fazioni in lotta nei territori sorvolati, persisteva nell’assolvimento del compito affidatogli. Durante una regolare missione di osservazione lungo una rotta preventivamente pianificata e concordata, perdeva la vita in un vile agguato a seguito dell’abbattimento dell’elicottero AB/205, del quale era secondo pilota, proditoriamente colpito da un velivolo delle Forze Armate Jugoslave. Mirabile esempio di dedizione al servizio portato fino all’estremo sacrificio. Madzarevo (Croazia) 7 gennaio 1992. Maresciallo Capo Fiorenzo Ramacci: Sottufficiale Tecnico Meccanico dell’Aviazione dell’Esercito, membro della Missione Osservatori per il controllo del cessate il fuoco, svolta sotto l’egida del comitato per la sicurezza e la cooperazione in Europa nei territori della ex Jugoslavia, si distingueva per coraggio, elevata professionalità e insigni virtù militari, prendendo parte, a bordo di elicottero, a numerose missioni di volo in situazioni ad elevato rischio. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante pericolo per possibili attacchi da parte delle fazioni in lotta nei territori sorvolati, persisteva nell’assolvimento del compito, privilegiando sempre il servizio. Nel corso di una regolare missione, concordata e pianificata, perdeva la vita a seguito dell’abbattimento dell’elicottero sul quale volava, colpito proditoriamente da luminoso esempio di dedizione al dovere portato fino all’estremo sacrificio. Madzarevo (Croazia) 7 gennaio 1992. Maresciallo Capo Silvano Natale: Sottufficiale Tecnico Meccanico dell’Aviazione dell’Esercito, membro della Missione Osservatori per il controllo del cessate il fuoco, svolta sotto l’egida del comitato per la sicurezza e la cooperazione in Europa nei territori della ex Jugoslavia, si distingueva per coraggio, elevata professionalità e insigni virtù militari, prendendo parte, a bordo di elicottero, a numerose missioni di volo in situazioni ad elevato rischio. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante pericolo per possibili attacchi da parte delle fazioni in lotta nei territori sorvolati, persisteva nell’assolvimento del compito, privilegiando sempre il servizio. Nel corso di una regolare missione, concordata e pianificata, perdeva la vita a seguito dell’abbattimento dell’elicottero sul quale volava, colpito proditoriamente da luminoso esempio di dedizione al dovere portato fino all’estremo sacrificio. Madzarevo (Croazia), 7 gennaio 1992.