Codice alfanumerico contro il furto di bicicletta

Ennesimo furto di bicicletta alla Rotonda. Questa volta è toccato ad un maresciallo dell’Esercito che, abitando nelle vicinanze della Rotonda, ogni mattina si reca all’appuntamento con il pullman gestito in proprio dall’Esercito in bici; una vecchia bici che fa ancora il suo dovere e che viene regolarmente “incatenata” al locale palo dell’energia elettrica. Al suo rientro, purtroppo, della bici non vi era più traccia.  Secondo numerose statistiche il fenomeno dei furti delle biciclette è in costante aumento tra i reati contro il patrimonio: si discute di una media giornaliera di circa 2,7 in ogni città. Ed anche la città di San Nicola La Strada non sfugge a questo deprecabile reato che non è di elevata entità economica, ma offre ai numerosi extracomunitari ed immigrati dell’est, ma anche a qualche delinquente nostrano, come è accaduto qualche giorno orsono alla stazione ferroviaria di Caserta quanto la Polizia di Stato ne ha arrestati due, un mezzo di locomozione a basso costo per le loro tasche. Ma la questione più eclatante è che nella gran parte dei casi, tali furti non vengono denunciati per svariate ragioni, e tra le principali, va segnalata l’impossibilità per il cittadino di offrire validi elementi di identificazione della bicicletta. Peraltro, le denunce rese innanzi alle Autorità di Pubblica Sicurezza pur così numerose, descrivono solo una parte del fenomeno che per percezione comune, è molto più diffuso perché in gran parte sommerso. Ebbene, ogni giorno tanti cittadini che hanno scelto questi veicoli come mezzi di locomozione, patiscono questo danno, e ne dissuade tanti altri che potrebbero utilizzarli per i loro spostamenti quotidiani. Va detto però, che così come da una parte sono indiscutibili i benefici individuali e collettivi legati alla diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto, dall’altra è evidente la difficoltà a porre efficaci iniziative di contrasto al fenomeno dell’aumento dei “ladri di biciclette”. Secondo Luciano Caiazza, sindacalista della Cisas e funzionario dell’Anas, data la facilità con la quale i velocipedi vengono rimessi in commercio, anche per la costante diffusione dell’ “e-commerce”, ossia della vendita on-line di beni anche usati,  si rende sempre più necessaria la creazione di un’”Anagrafe Nazionale” delle biciclette sul modello dei Pubblici Registri Automobilistici. Caiazza ritiene, infatti, che attraverso la punzonatura sul telaio di un apposito codice alfanumerico e la registrazione in una banca dati nazionale, potrebbe costituire un primo semplice deterrente per porre un argine al fenomeno.


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