Migranti, nuova tragedia sulla rotta della disperazione
Il Mediterraneo torna ad essere teatro di tragedia per i numerosi migranti che si mettono in mare spinti dalla disperazione alla ricerca di un futuro migliore. Sul barcone di migranti che è stato soccorso da una motovedetta della Guardia Costiera italiana in acque SAR Maltesi trovati otto cadaveri. Le vittime, cinque uomini e tre donne, sarebbero morte di fame e di freddo, sulla base dei racconti forniti alla Polizia dai 42 sopravvissuti, tutti africani, stipati sull’imbarcazione di fortuna insieme ai corpi di chi non ce l’ha fatta. Secondo quanto riferito dai superstiti, durante la traversata, un neonato di 4 mesi, morto per gli stenti ed il freddo, sarebbe stato gettato in mare dalla sua stessa mamma in preda alla disperazione. Un uomo si sarebbe poi tuffato per cercare di recuperare il corpo del bimbo, ma sarebbe annegato fra le onde. Anche la madre del piccolo è venuta a mancare poche ore dopo aver gettato il suo bambino in acqua ed il suo cadavere, così come quello degli altri sette compagni di viaggio che non ce l’hanno fatta, è stato lasciato all’interno dello scafo. Tre di loro erano donne, una delle quali in avanzato stato di gravidanza. Due, invece, sono i dispersi. Tra i quarantadue sopravvissuti, giunti disidratati ed infreddoliti all’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa dove si contano 10 donne ed un minore. Provengono dal Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Camerun, Burkina Faso e Niger. Il barcone di 6 metri a bordo del quale viaggiavano, era salpato alle 3.00 dello scorso sabato da Sfax, in Tunisia, avvistato ieri mattina da un peschereccio tunisino che si trovava nelle acque tra Malta e Italia, e che aveva lanciato subito l’SOS segnalando la presenza di almeno un cadavere. Le operazioni di soccorso erano state delegate subito a Malta, dato che l’imbarcazione si trovava in acque Sar maltesi. Sul caso è stata aperta un’inchiesta dalla procura di Agrigento al momento a carico di ignoti. Sono però in tutto quasi 200 i migranti sbarcati nelle scorse ore a Lampedusa, dopo che tre diversi barconi sono stati soccorsi dalle motovedette della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto italiana. Ancora poveri migranti vittime dell’ennesima tragedia del mare, colpevoli solo di aver tentato l’ennesimo viaggio della speranza alla ricerca di un futuro migliore. Le tratte illegali di migranti continuano a togliere vite nel Mediterraneo. Come quella di oggi dove la pericolosa traversata di poche miglia nautiche, è costata la vita forse a molti migranti e rifugiati che cercano di raggiungere l’Europa a bordo d’imbarcazioni di fortuna per fuggire da guerre e miseria.