Quando il vinile racconta chi siamo

Decine di migliaia di dischi e vinili raggruppati in un capannone, pronti ad essere ammirati, maneggiati, venduti . Lo

scenario di una città come Napoli in una domenica d’ottobre, un luogo celebre come la Casa Della Musica –Federico I e all’esterno una moltitudine di persone  in attesa di entrare. Difficile non lasciarsi incuriosire da un progetto come “discodays” , nato nel  2008, e giunto  alla sua nona edizione . L’evento, a cura di Nicola Iuppariello e organizzato dall’associazione Juppiter eventi con il patrocinio del comune di Napoli , si pone come  obbiettivo  quello di conservare , diffondere e promuovere l’ascolto della musica . Oltre agli stands dedicati alla vendita di dischi  e vinili, il programma ha visto la presentazione dell’album inedito in vinile di Mario Musella, “Arrivederci”, la partecipazione dei musicisti jazz del conservatorio San Pietro a Majella, l’esposizioni di opere originali del celebre fotografo Storm Thorgerson, passato alla storia per aver ideato la copertina di “the dark side of the moon” insieme ad altre note copertine dei Pink Floyd, dei Led Zeppelin, dei Genesis, dei Muse. L’evento si è concluso con la proiezione del film di Paolo Campana dal titolo “Vinylmania-when life runs at 33 revolution for minute”, Un documentario che racconta la storia del vinile dalle origini ai giorni nostri e che ci svela come la GZ di Praga, una fabbrica che nel 1951 produceva il suo primo LP sia tuttora una tra le più importanti produttrici al mondo. Data la considerevole affluenza, una domanda sorge spontanea,  ma il mercato dei dischi non era in crisi? Com’è possibile che nella stessa città mentre i negozi di dischi chiudono definitivamente le saracinesche, eventi del genere ricevano una tale risonanza? La verità è che se il mercato dei cd è in crisi , non si può dire lo stesso del vinile, e la ragione è che chi è intenzionato a collezionare album, punta sul vinile piuttosto che sul cd. Sono ancora in molti a credere che solo il vinile sia in grado di raccontare la storia di un‘epoca e accanto ad essa quella della persona che l’ha vissuto, maneggiato, usurato, graffiato. E’ anche vero che il vinile ha un costo elevato e  non tutti possono permettersi un’intera  collezione, per questo ci si accontenta di un brano in mp3, ci si accontenta che la musica circoli tra i nostri dispositivi senza domandarsi cosa ne sarà un giorno di quella musica. Qualcuno potrebbe rispondere che in fondo anche la nostra libreria di itunes, se pur virtuale, rappresenti una collezione personale. Non è così. Nessuno potrà mai ereditare le nostre librerie musicali virtuali perché il contratto che stipuliamo quando acquistiamo quei brani non lo prevede, perchè l’uso deve rimanere  personale e dunque svanire con la persona. Viene da pensare che se il virtuale vincerà la battaglia sul reale, nessuno potrà avere memoria di ciò che ascoltavamo perché non ci sarà un vinile a raccontare chi eravamo.

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