Investe anziana, poi la carica in auto e inscena il salvataggio

Una telefonata confusa, diretta al figlio. Una richiesta di aiuto con parole sconclusionate, sotto choc. È nato tutto così, dalla chiamata che un’anziana riminese di 75 anni è riuscita a fare al parente con poche, glaciali parole: “Sono stata investita e poi rapita. Aiuto”. È la tarda mattinata del 6 ottobre 2021 quando la 75enne sta attraversando sulle strisce pedonali in viale della Repubblica, portando a mano la propria bicicletta. Succede tutto in un attimo. Un’auto sopraggiunge dalla rotatoria all’intersezione tra via Flaminia Conca e Carlo Alberto Dalla Chiesa in direzione Monte, non dà la precedenza e travolge la signora provocandone la caduta e numerose ferite. Questo è quanto è stato ricostruito dopo il lavoro della Procura, nella persona del Sostituto Procuratore Stefano Celli, che nei confronti dell’uomo – un imprenditore 46enne residente a Rimini – ritenuto essere alla guida di quell’auto ha chiesto il rinvio a giudizio per lesioni personali stradali gravissime, aggravate dall’avere la patente revocata, dalla fuga e per frode processuale. Un destino, quello del processo, che si profila anche per un’altra persona, un 64enne dipendente del principale imputato, accusato di favoreggiamento (entrambi sono difesi dall’avvocato Nicola De Curtis). A decidere sarà il GUP il prossimo 23 novembre, quando è stata fissata dal GIP Manuel Bianchi l’udienza preliminare per i due imputati.
Questo il punto di arrivo di un’indagine partita dall’esposto dei familiari della vittima, tramite gli Avvocati difensori Marco e Monica Lunedei, e che ha portato a ricostruire un investimento a tratti assurdo. Tornando a quel 6 ottobre 2021, infatti, il 46enne si trovava al volante di una Citroën C5 che a forte velocità avrebbe sorpassato alcune auto ferme al passaggio pedonale, centrando così la 75enne sulle strisce, infrangendo il parabrezza del proprio veicolo. Secondo le accuse, è stato a quel punto che l’uomo sarebbe sceso dal veicolo per poi caricare l’anziana ferita nella stessa auto danneggiata, mandando quindi un altro uomo in scooter, più tardi, a recuperare e far sparire la bici dell’anziana rimasta sull’asfalto. A corroborare la dinamica ci sarebbero anche i filmati delle telecamere della zona e diversi testimoni dell’accaduto. Niente però, in quell’occasione, avrebbe spinto il 46enne a desistere dal caricare in auto la donna anche se ferita e sotto choc, per poi alterare il luogo dell’incidente, sostituire il parabrezza danneggiato dall’urto e inscenare tutt’altra versione dei fatti, sostenendo di avere trovato la donna vagare in stato confusionale nella zona di viale Pascoli, per poi, insieme al proprio dipendente, caricarla su un furgone e portarla a casa propria per assisterla.
Versione questa ritenuta poco credibile dagli investigatori, che grazie al lavoro della Questura hanno potuto invece imputare al 46enne la responsabilità dell’incidente e i successivi sforzi per alterarne la dinamica. L’anziana vittima a seguito dello schianto ha dovuto affrontare un calvario di circa sette mesi, rimediando una prognosi superiori ai 120 giorni per le numerose fratture e lesioni riportate, nonché un’invalidità pari all’80%. Ora i legali della signora hanno anche avanzato una richiesta risarcitoria che supera il milione di euro.

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