La necropoli del Migliaro a Cales
Accolto nella collana Monumenti Etruschi, a cura dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, il volume presenta gli scavi di emergenza condotti dell’allora Soprintendenza per le Province di Napoli e Caserta nella necropoli calena del Migliaro tra 1995 e 1997. Il gruppo di lavoro è stato diretto dal Prof. Fernando Gilotta, con due suoi collaboratori: dottori Angela Izzo e Leopoldo Aveta, per lo studio delle singole tombe e del corredo di accompagno, e dalle dr.sse Colonna Passaro e Gabriella Ciaccia, per lo studio del territorio e l’inquadramento dello scavo nell’ambito dell’abitato di Cales; mentre il prof. F. De Salvia si è occupato dello studio degli scarabei rinvenuti nella tomba 89, appartenente ad una fanciulla di rango elevato. Il volume presenta il resoconto dello scavo della necropoli del Migliaro e il catalogo dei materiali delle tombe. Di ciascuna sepoltura è fornita una breve scheda introduttiva; di ogni corredo sono illustrati, con disegno o foto, tutti i reperti, ed analizzate le varie classi materiali. È stata messa a punto la tipologia per le differenti classi di materiali che vanno dall’impasto grezzo (anfore e grandi contenitori), all’impasto bruno o a superficie rossa lustrata, al bucchero e all’argilla figulina per la ceramica, dalle armi di offesa e di difesa, agli oggetti di ornamento come fibule, arlmille etc. La necropoli si colloca a NO della Cattedrale romanica ed è delimitata ad Est dalla strada vicinale Palombara, dal lato occidentale del cimitero di Calvi Risorta e a N dalla strada Rocioloni. Una parte della necropoli fu individuata intorno agli anni 1960 da Werner Johannowsky, che portò alla luce dodici tombe riferibili cronologicamente alla metà del VII fine VI secolo a.C., tra cui la Tomba 1, di individuo maschile che restituì un corredo di particolare importanza. Con le ricerche degli anni ‘90 è stato individuato un ulteriore settore della necropoli, con deposizioni in tombe a fossa, a cassa di tufo, e con copertura a tegoloni che coprono un arco cronologico che va dalla fine del VII al IV secolo a.C. I corredi erano disposti alla testa e ai piedi dell’inumato e comprendevano un grosso contenitore di impasto grezzo, il servizio vascolare con vasi per bere, le armi e gli oggetti di ornamento personale. Fa eccezione la tomba 89, definita ‘principesca’ per la ricchezza e la varietà dei materiali in essa rinvenuti. Le necropoli costituiscono una preziosa fonte di informazioni per ricostruire la struttura sociale di una comunità, soprattutto in assenza di altri dati quali strutture di abitato o luoghi di culto e ovviamente fonti scritte. Lo studio della necropoli del Migliaro ha fatto emergere chiaramente che vi era una comunità stanziale nel territorio occupato poi dalla futura Cales a partire almeno dall’Orientalizzante recente (fine VII inizi VI), in linea con altri insediamenti dell’alto Casertano e del basso Lazio. Per chi fosse interessato il volume è consultabile presso la Biblioteca della Facoltà di Lettere della SUN di S. Maria C. V..