Il Decreto aria non risolve nulla. È solo una piccola proroga, serve piano strategico
Abbiamo votato contro il cosiddetto Decreto Aria. Su materie significative come quelle relative alla qualità dell’aria, all’ambiente, alla tutela della salute e alla mobilità sostenibile ci saremmo aspettati un intervento normativo del Governo di ben altre proporzioni e, soprattutto, con un metodo diverso fatto di concertazione, partecipazione e confronto. Serviva alimentare l’iniziativa legislativa condividendola con le parti sociali, le città, le categorie produttive, le associazioni, che su scala diffusa si mobilitano ogni giorno per l’ambiente, per la sostenibilità e, naturalmente, con le Regioni.
Quella in esame non è altro che una “proroghetta”, che certamente non risolve il problema, anzi, al contrario, serve soprattutto a sostenere, per ragioni elettorali, alcune Regioni inadempienti a non agire, superando le richieste europee con espedienti burocratici.
Nel tempo in cui viviamo, in cui i dati sull’inquinamento sono inconfutabili, servirebbero scelte strategiche di politica industriale e risorse strutturali per il trasporto pubblico locale e per la mobilità pubblica. Ma di questo il governo non vuole occuparsi. Serve un disegno, una visione che questo Governo non ha.