La piccola fiammiferaia
“…nessuno seppe tutte le belle cose che aveva veduto; nessuno seppe tra quanta luce era entrata, tra le braccia della sua mamma nella gioia della nuova Alba, lontana da un mondo che aveva dimenticato non solo l’amore ma finanche la pietà…”
La piccola fiammiferaia è una storia struggente dedicata a chi il Natale lo vive Altrove dalle luci e dai regali. La storia tristemente senza tempo dei poveri, dei senza fissa dimora, dei diseredati, degli occhi dolenti costretti a guardare il Natale del calore e della gioia al di là di una finestra chiusa, di chi muore di freddo nella notte, inseguendo la speranza di una vita migliore.
Le pagine di questa favola, dolcissima e crudele come tutte le favole, sembrano quelle di una partitura musicale, nella quale la voce della vita s’intreccia con quella della morte. La voce di una figlia si amalgama con quella di una madre, la voce della speranza si smarrisce in quella del dolore.
È un classico senza tempo il racconto di Andersen, che, nell’allegria ostentata della festa più sentita dell’anno, fa spirare un gelido alito di morte. Dalla penna di un grande scrittore, una storia lontana nel tempo, ma così dolorosamente attuale da riecheggiare come un monito, come un appello alla memoria e alla coscienza collettiva, affinché gli sguardi indifferenti che scivolano sugli altri possano diventare, sempre e per sempre, solo l’eco di una fiaba crudele.
Una favola di Natale per tutte le età, che quest’anno compie 175 anni, rivisitata attraverso la fusione dei linguaggi della narrazione e della danza. La compagnia di danza Scaramakay diretta da Erminia Sticchi farà parlare i corpi che sanno dire cose che le parole tacciono, e la voce di Paolo Cresta restituirà la bellezza della scrittura di Andersen.