Barbagia, così la chiamarono i Romani dopo averla conquistata
Lussureggiante, ostile, impenetrabile, circondata dal mare verde della Sardegna. Luigino aveva sette anni quando andò col padre in montagna ad accudire le greggi e vi rimase fino all'età di tredici anni. Suo padre, pastore di greggi altrui, agognava per il figlio una vita diversa, con greggi proprie, quelle che lui non era mai riuscito ad avere. Una sera, mentre cenavano nella capanna di fango, il padre gli disse: << domani andrai a lavorare dal conte, è un uomo buono, si prenderà cura di te>>. Luigino scoppiò in lacrime. << Mi hai venduto! >> disse. Non era raro che in Sardegna a quei tempi i genitori vendevano i figli, come lavoranti, per i signorotti del luogo. << Ubbidisci!>> replicò il padre << partirai all'alba di domani! >>. Il bambino passò una notte insonne e alle prime luci del giorno, raccolta la sua roba, andò a salutare il padre. L'uomo non c'era. Era andato via prima per non vedere il figlio partire. Il conte si dimostrò subito un uomo gentile e prese a voler bene quel bimbo dagli occhi vispi e dalla faccia rossa. Passarono molti anni e Luigi aveva ormai trent'anni. Non aveva voluto rivedere più suo padre. Un giorno il conte lo chiamò. <<Ho da darti una notizia>> disse << da domani queste greggi saranno tue, te le dono. Il notaio è in casa, manca solo la tua firma!>>. Luigi diventò finalmente proprietario, così come suo padre aveva tanto desiderato. Il giovane s'inchinò e cercò di baciare le mani del conte, con una formula che ricordava una schiavitù antica, ma il vecchio si ritrasse e lo abbracciò con benevolenza. Luigi pensò finalmente a suo padre che non vedeva da tanti anni. Quando andò a trovarlo, gli si gettò ai piedi e pianse. Solo allora comprese il sacrificio del genitore, la sua rinuncia, il dolore del distacco. Quella sera, padre e figlio, cenarono insieme seduti all'ombra fresca della veranda.