Il Prof. Antonio Martone risponde al Prof. Angelo Martino

Il Prof. Antonio Martone risponde al giornalista  Angelo Martino sull’articolo: “Quella frase sprezzante sui MILLE riproposta in una recensione su DEA NOTIZIE” postato  Venerdì, 31 maggio u.s.. Prima di riportare la risposta è doveroso far conoscere ai nostri visitatori l’articolo pubblicato su: www.comunedipignataro.it Eccolo:

Pur sconsigliato di intervenire al riguardo, a volte la coscienza ti pone un imperativo etico. Stiamo parlando dell’ultimo numero di DEA NOTIZIE, distribuito oggi a tutti gli alunni dell’IAC di Pignataro Maggiore in quanto vi è un corposo e davvero più che buon inserto di otto pagine de” La Voce” dell’Iac Pignataro Maggiore.
Nel dare uno sguardo alle tante recensioni di tutte le attività ed iniziative culturali messe in atto dall’Istituto, che i ragazzi leggeranno con la dovuta attenzione, qualche alunno si è soffermato sulla pagina 5 di Dea Notizie, incuriosito dalla recensione di “ Garibaldi fu ucciso a Caserta”.
Abbiamo detto agli allievi che si trattava di un romanzo , quindi opera di fantasia ma nel corso della recensione gli alunni hanno dovuto leggere per l’ennesima volta la presunta frase dispregiativa di Garibaldi sui Mille"Tutti generalmente di origine pessima e per lo piú ladra ; e tranne poche eccezioni con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto".
L’autore della recensione scrive testualmente :
"ci teniamo a SOTTOLINEARE (nostre le maiuscole ) che queste cose le diceva e scriveva proprio Garibaldi."
Noi che abbiamo letto tante biografie di Garibaldi , scritte da svariati storici , che hanno condotto accuratissime ricerche documentatissime , non abbiamo mai letto tale frase.
La riporta pure Pino Aprile. Dunque?
Per noi non la riportano , citando solo alcune opere recenti di storici tra i tanti le cui opere abbiamo letto con attenzione , Francesco Barbagallo , Lucio Villari , Denis Mack Smith. Inoltre e soprattutto non la riporta Lucy Riall, autrice della più recente corposa ed equilibrata opera su Garibaldi dal titolo “ Garibaldi –L’invenzione di un eroe- edita da Laterza , che , come avremo modo di scrivere , pur evidenziando alcune esagerazioni , ci dona un ritratto dei Mille documentatissimo , con un altro studio rigoroso e attentissimo alle fonti storiche.
Tale giudizio sprezzante di Garibaldi sui Mille non trova alcun riscontro storico documentato .
Ci chiediamo ancora : è mai possibile che a storici di tale levatura (Francesco Barbagallo Lucio Villari , Treveleyan , Denis Mack Smith, la stessa Riall e tanti altri che insegnano in prestigiose università italiane e straniere ) sia sfuggita la sprezzante frase di Giuseppe Garibaldi sui Mille?
Come è possibile che , leggendo anche libri recenti di storici , non si fa mai cenno a tale frase sprezzante di Garibaldi nei riguardi dei Mille ? Non sarà che anche in questo caso trattasi di invenzioni che vengono diffuse e propagandate solo perché sono funzionali, pur se non vere , a denigrare l’immagine storica di Garibaldi?
Intanto anche nell’ultimo numero di Dea Notizie gli alunni leggeranno che Garibaldi definì i Mille “"Tutti generalmente di origine pessima e per lo piú ladra ; e tranne poche eccezioni con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto" in una recensione di un romanzo di recente presentato a Pignataro Maggiore.
Quando si danno informazioni che potrebbero essere totalmente inventate , e forse in questo caso si tratta di pura e semplice invenzione , bisogna stare attenti a citare le fonti storiche. Che lo scrive pure Pino Aprile , per noi non costituisce per niente valore di certezza. Anzi avvalora il dubbio. Angelo Martino redazione

Il Professore Antonio Martone ha così risposto:
Ad Angelo Martino
Quasi hai voluto scusarti di avermi inviato, tramite DEA notizie, una lettera nella quale ti dichiaravi “sconsigliato di intervenire”.
Caro Martino, eri stato (s)consigliato male! Hai fatto bene ad inviarmi quella lettera, perché hai sollevato un problema serio e importante, quello della “verità vera sul Risorgimento”.
Cercherò di risponderti in maniera molto sintetica, facendo prima però una breve premessa, che è la seguente: nel campo della storia del Risorgimento, con riferimento ai vari articoletti che da alcuni anni pubblico su DEA notizie, non sono un “ricercatore”, bensì un semplice “divulgatore”; leggo, apprendo e riferisco.
Tra le altre cose, ho letto il famoso giudizio (di cui tanto ti lamenti) di Garibaldi sui garibaldini, riportato in molti libri di scrittori “revisionisti”. Tu pensi che si tratti di una invenzione di neoborbonici. Io non credo: il giudizio da te contestato è riportato virgolettato da Angela Pellicciari, una studiosa molto seria e apprezzata a livello nazionale, nel suo libro “Risorgimento ed Europa”, Verona 2008, pag. 74; questo giudizio Garibaldi lo avrebbe espresso nel Parlamento di Torino il 5 dicembre 1861.
Questo ho appreso dalle mie letture di vari altri autori revisionisti.
Ti meravigli che gli storici da te citati non riportano quel giudizio; io non mi meraviglio; devi sapere che quegli storici non riportano neanche altri aspetti, pure importanti, della biografia di Garibaldi, perché non si confanno alla figura “mitica” del personaggio.
Il problema è molto complesso; andrebbe sviluppato in modo ampio e articolato.
Esso non riguarda solo i cd revisionisti, che di tanto in tanto possono anche esagerare qualche cifra e, chissà!, potrebbero anche aver inventato qualche storiella sul tuo “mitico” Garibaldi, bensì anche gli storici accademici che hanno trascurato (di proposito?) certi aspetti che avrebbero messo in luce misfatti e falsità! (ne cito solo alcune: l’invenzione del “Facìte ammuìna!” e quella di Lord Gladstone che prima bollò il Regno delle Due Sicilie come “negazione di Dio etc.” e a distanza di 40 anni ammise di essersi inventato tutto!).
Per concludere, sul giudizio di Garibaldi, che tanto ti sta a cuore, cerca negli Archivi per dimostrarne la falsità, così capirai anche quanto sudore costa “fare ricerca”.
Auguri di buon lavoro.
 

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