”Orme in Movimento” di Pasqualina Di Blasio
Leggendo la raccolta di poesie intitolata:”Orme in Movimento”, della poetessa Pasqualina Di Blasio, edita dalla casa editrice: Aletti Editore, ciò che mi ha colpito è stata la capacità dell’autrice di delineare, con tratto leggero ma profondo, il legame di amore vero che l’ha legata per tutta la vita al suo uomo: il marito “Gigi”, prematuramente ed inopinatamente scomparso.
Il senso di smarrimento, che pervade tutta la raccolta, non lascia però spazio solo allo strazio ed al dolore insaziabile per la perdita dell’ala su cui ha sempre poggiato i suoi voli pindarici l’autrice.
Vorrei racchiudere la mia breve riflessione soffermandomi in particolare sui tre componimenti che credo possano riassumere, secondo me, le tematiche principali delle poesie inserite nel poetico volume. La prima si intitola:”A mia madre”; nel componimento viene narrato il momento cruciale della vita di una madre giacente morente, senza alcuna speranza di sopravvivenza, in un letto d’ospedale. Alla figlia tocca l’amara esperienza di riconoscere che la parabola vitale dell’amata madre è arrivata all’Azimut! Nonostante l’anziana madre sia in coma irreversibile, quando percepisce che la figlia ha preso la decisione di portarla a casa per bere insieme a lei l’amaro calice dell’ultimo addio, con un gesto inequivocabile fa capire a Pasqualina che è d’accordo, la si lasci morire nel proprio letto accudita nell’ultima ora tra le sue cose più care ed i propri cari!
La seconda si intitola “Certezza”, in essa con pochissimi tratti l’autrice traccia la speranza, anzi, la “Certezza” di un prossimo ricongiungimento, in un al di là che verrà certamente a ricongiungere di nuovo la sua vita insieme all’amato marito. Entrambi i componimenti poetici descrivono il momento più difficile per la sorte degli esseri umani, il distacco dalle cose effimere, terrene, e dagli affetti umani. Nella prima è descritto con indubbia maestria e sensibilità l’amore filiale, naturale e spontaneo; nel secondo la descrizione riguarda l’amore coniugale, realtà ed alchimia che va oltre l’umana razionalità! Tra i due estremi del concetto del sentimento correlato alla definitiva partenza dagli umani affanni, mi piace collocare la poesia intitolata:”Qui Pianto un Ulivo”.
Gigi, l’adorato marito di Pasqualina, in una fredda giornata di febbraio annuncia alla moglie che pianterà un ulivo nel giardino adiacente alla loro casa di campagna, comunica che lo pianterà all’ingresso per accogliere simbolicamente i visitatori con sentimento di pace e di benessere duraturo. Gigi per piantare l’ulivo scava una grande e profonda fossa, ecco come viene resa poeticamente la scena:
“E scavasti una fossa grande
per radici che affondano nel tempo
e vanno Oltre il tempo.
Dono d’amore a chi non lo piantò
e gode delle foglie d’argento.”
Voglio terminare queste mie poche righe su questa pregevole raccolta di delicate ed amorevoli poesie, rimarcando il fatto che chiunque pianti un ulivo o un qualsiasi albero nel suo giardino, fisico o spirituale, non morirà mai, né per se stesso né per quelli che gli sopravviveranno!
Elevo un sincero plauso all’autrice, se posso esprimere un desiderio, vorrei che anche per me qualcuno scrivesse i versi che è stata capace di scrivere Pasqualina per il suo amato “Gigi”.
Per chi ama immergersi nelle profondità dei sentimenti più veri ed umani, non può non leggere questo libro di mirabili poesie.