Storia e tradizioni

Nei pressi del torrente Agnena gli studiosi della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta scoprirono insediamenti sovrapposti attribuendoli all’era neolitica : Nel VI secolo a.C. Vitulazio era un villaggio della Capua Etrusca. Il principato di Capua era costituito da una serie di casali: Pignataro, Camigliano, Giano, Sparanise, Pastorano, Pantuliano, Leporano Bellona e Vitulaccio il cui nome ha diverse versioni: può derivare da Vitulus (agnello) e Aptius (adatto) luogo cioè adatto all’allevamento di vitelli, oppure deriva dalla dea della vittoria Vitula venerata dai Sabini. A questa divinità era dedicato un tempio su cui, in seguito, fu costruita la Chiesa Madre che sull’architrave dell’ingresso principale riporta, in latino, tali notizie storiche. Il paese ebbe il toponimo Vitulaccio fino al 3/12/1882 e dal gennaio 1883 prese l’attuale denominazione. Vitulazio fu dominio dei Normanni ed essi sono ricordati dal nome di Piazza Riccardo II e Via Ruggero I.
Il paese è ubicato in una fertile pianura attraversata dal torrente Agnena ed il terreno produce grano, cereali, uva, olive, frutta, una fiorente industria delle carni e una produzione di latte e formaggi.
Fra le costruzioni meritevoli di citazioni ricordiamo: “Villa Rotondo” costruita all’inizio del XX secolo dalla famiglia capuana Rotondo che possedeva proprietà in paese. Circondata da un ampio giardino con aiuole ed alberi ad alto fusto, la Villa nella facciata principale ricorda lo stile architettonico Liberty: “Villa Capece Galeota” costruita nei primi anni dell’800, in località Tutuni, dai Capece Galeota Signori di Capua e Duchi di S. Cipriano. L’edificio è ubicato in un ampio parco ricco di alberi, statue in tufo, fontane ed un pozzo decorato con ferro battuto. la Villa si raggiunge percorrendo un porticato e, attraverso un cancello, si può accedere ai campi ricchi di frutta di ogni specie e romantici boschetti. “Il Tempio del Guerriero” è una costruzione fatta erigere dal figlio di Vincenzo Piglialarme, cultore della romanità. All’interno del tempio sono riprodotte tre immagini: Marte dio della guerra, Cerere divinità della vegetazione e Venere dea della bellezza e della primavera. Infine la Chiesa Madre, costruita nel XVII secolo sui resti del tempio della dea Vitula, ad unica navata con le pareti ricche di preziosi dipinti. Sull’Altare Maggiore si può ammirare una tela del pittore napoletano Gaetano Gigante risalente al 1880 che rappresenta la Vergine dell’Agnena con S Stefano e S. Giovanni Battista. Concittadini da ricordare: Alessandro Scialdone (26/8/1851-18/12/1924) medico di grande valore e cultore della pittura e dei lavori campestri; Gian Giuseppe Scialdone (25/7/1926-2003) Ingegnere aerospaziale presso la NASA (USA), ottenne infiniti riconoscimenti fra cui quello per la Simulazione nello spazio e quello di “Pioniere della missione Apollo sulla luna”; Pierino Lagnese (21/12/1926-Dic. 1984) Consigliere Regionale e dal 1973 al 1975 Assessore Regionale alla Sanità; Isabella Di Resta (1941-1992) storica dell’Arte si distinse per le numerose opere sull’architettura medievale di Capua  che le concesse la cittadinanza onoraria; Elena Aiezza, docente di letteratura ed autrice di numerosi volumi di poesie tradotte in diverse lingue; Arcangelo Russo, Sottotenente pilota deceduto in Africa durante il II Conflitto Mondiale, decorato con medaglia d’Argento al valor militare; Michele Ciccarelli estroso pittore paesaggista dalla tecnica raffinata e dalla carriera costellata da numerose affermazioni artistiche; Don Pietro Lagnese, attivo ed amato parroco che ha dato tanto ai suoi concittadini con la creazione del Centro Parrocchiale Maria SS. dell’Agnena. Per i suoi meriti oggi Don Pietro assolve il prestigioso incarico di Vescovo di Ischia,. Infine Salvatore Natale, noto clarinettista-concertista ed insegnante al Conservatorio Musicale S. Pietro a Majella di Napoli. Il Maestro Natale fu solista nelle orchestre del teatro Massimo di Palermo, del Petruzzelli di Bari, del San Carlo di Napoli. e nella Filarmonica di Berlino diretta da Riccardo Muti.

 

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