”In punta di piedi… moti del cuore”

Mi accingo a scrivere una breve riflessione sulla raccolta di poesie intitolata: ”In punta di piedi… moti del cuore”, edita in proprio, a scopo di beneficenza per sostenere progetti di autonomia per ragazzi diversamente abili, dalla poetessa Pasqualina Di Blasio. L’autrice è nativa di Montesarchio, in provincia di Benevento ma, risiede ed insegna lettere in una scuola media di Milano da molti anni.
Ciò che mi ha impressionato leggendo i componimenti della raccolta è stato l’aver percepito in ogni rigo, in ogni rima, in ogni frase l’affetto e l’amore sincero e totale per l’amato marito prematuramente scomparso. Pasqualina, nella prima parte della silloge, traccia un profilo che può sembrare osannante ma, pur tuttavia reale e veritiero della figura dell’amato consorte. Dalle sue poesie viene fuori un quadro familiare unito dall’amore e dal rispetto reciproco per tutti quei valori che tradizionalmente appartengono ad una coppia unita ed affiatata. Avvezza alla fatica quotidiana di crescere i figli con semplicità, affabilità e l’impagabile corredo di insegnamento fatto di opere e di azioni edificanti, piuttosto che da vacue parole che non avrebbero lo stesso effetto dell’esempio personale. La raccolta è un inno all’amore coniugale, coniugato in tutti i suoi molteplici aspetti. Nessun dettaglio della vita quotidiana sfugge all’occhio ed alla penna arguta dell’autrice per declamare in modo struggente, ma senza mai indulgere al compiacimento o alla rabbia, sempre in “Punta di piedi” il suo amore per l’uomo a cui si è legata anima e corpo per tutta la vita fin dal loro primo incontro. Nella parte finale della selezione, Pasqualina, dopo avere messo in rima davanti agli occhi del lettore tutto l’amore di cui è stata capace di donare al suo diletto Gigi, si lascia coinvolgere e trascinare da un sentimento di consapevole rassegnazione. Infatti, le ultime poesie vengono raccolte sotto il sottotitolo:”la consapevolezza”.
Dopo aver messo nero su bianco l’ultima ed inestinguibile sofferenza per la perdita dell’amato, volge lo sguardo alla vita che deve continuare, proprio per rispetto allo sposo ed al frutto del loro indissolubile amore: le due figlie: Antonella e Annalisa.
Con cristiana rassegnazione affida il ricordo del marito al tempo demiurgo, il solo in grado di lenire il dolore della sua impagabile perdita.
L’autrice sa, e confida in cuor suo, che in un tempo non molto distante nel futuro, si ritroverà nell’aldilà al cospetto dell’amato Gigi. Quel giorno sarà come se si fossero appena salutati quella mattina prima di recarsi entrambi dai loro amati studenti.
Il linguaggio non è oltremodo ricercato e complicato, privilegiando la semplicità ma, non scadendo mai nella sciatteria linguistica, la metrica è in endecasillabi sciolti, a volte con rima baciata altre con rima alternata.
E’ una raccolta  di poesie alla portata di tutti, ma si intuisce la padronanza consolidata del linguaggio poetico e delle sue modalità espressive, con un repertorio ricco di metafore e riferimenti classici e mitologici che ne fanno un libro vero per i contenuti e prezioso dal punto di vista stilistico.
E’ un inno all’amore che consiglio di leggere ai lettori romantici di tutte le età.
Chi si accingerà alla lettura degli inni contenuti nel libro non rimarrà deluso, anzi, arricchirà il suo bagaglio di consapevolezza riguardo all’edificante e sublime concetto dell’amore coniugale.
Mi sento di esprimere un vivo plauso all’autrice, anche se l’argomento ispiratore sarà fonte perenne di dolore per lei.

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