L’Arte di Giuni Russo nel docu-film “La sua figura”

“La sua figura” è un docu-film uscito in Dvd nel 2007 (Edel Music e Radiofandango), volto a rendere un ritratto della compianta Giuni Russo, scomparsa nel 2004 a causa di un incurabile male. Le tracce del documentario sono state selezionate e curate dalla regia di Franco Battiato, con produzione di Maria Antonietta Sisini, compagna di vita della cantante siciliana. La parabola artistica di Giuni Russo rivive in diciotto contributi video, dal periodo sperimentale new wave all’ultima partecipazione al Festival di Sanremo, nel 2003; proprio quell’anno, nella cui edizione del Festival l’artista si presentò al pubblico dell’Ariston fasciata da un foulard alla testa, molti vissero la sensazione di un addio alle scene, e a questa vita. “Morirò d’amore”, scritta ed arrangiata per lei proprio da Battiato per Sanremo 2003, si propose come una bilanciata ricerca di flussi elettronici incarnati in un tessuto di profondo lirismo, affidato al passo orchestrale. Il brano è inserito nella track list de “La sua figura”, che tra l’altro dà il titolo ad un brano storico del suo repertorio, su testo del santo spagnolo Giovanni della Croce. Tra gli altri, il monologo “Mediterranea passione” curato da Piera Degli Esposti in uno spettacolo tributo a Giuni Russo, le versioni live di altre gemme preziose quali “Mediterranea”, “La sposa” (ispirato all’Elogio della Sapienza del Siracide, non per gusto del citazionismo, ma per un rigoroso legame tra testo tradizionale e creazione musicale), “La sua figura” appunto, “Il carmelo di Echt”, e poi tre versioni dal vivo (due degli anni ’80 e una del 2001) della hit “Un’estate al mare”, fino al pezzo di bravura che sempre rappresentò “L’addio”; quello che ravvivò la definizione di “operatic pop” nella musica di Giuni Russo, brano nella cui coda l’artista scioglie il canto in rabbrividenti vocalizzi, ampi e sognanti, scanditi poco dopo con note acute in staccato (Battiato ne avrebbe proposto una cover piano e voce in “Fleurs 2” del 2008). Anche solo al citare tutto questo materiale, si nota la necessità di realizzare un documentario sull’amatissima Giuni, voce compatta e raffinata come cristallo, ma capace di terribili coloriture, impetuose ed imperterrite come folate di aria gelida. Nel Dvd sono montati estratti delle interviste fattele da Paolo Piccioli. Anche se, forse, l’Arte attraversata ed offerta a quei livelli avrà spiegato da sé, con completezza, tutto quanto ci fosse per Giuni Russo da illustrare sul sentiero.

 

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