E’ deceduto Mons. Pietro Farina

Dopo una lunga malattia, è morto Mons. Pietro Farina Vescovo della Diocesi di Caserta. Il 31 agosto scorso era stato ricoverato nel reparto subintensivo di Medicina d'urgenza dell'ospedale "San Sabastiano e Sant'Anna" di Caserta per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il 5 settembre era stato  trasferito nell'ospedale neurologico di Pozzilli, in provincia di Isernia dove è deceduto.  Mons. Farina nato a Maddaloni, studia nel seminario minore di Caserta, in quello regionale di Benevento  e nel Pontificio Seminario Francese di Roma, arrivando infine alla Pontificia Universit&ag rave; Gregoriana, dove consegue la licenza in Teologia e il baccellierato in Scienze Sociali. Viene ordinato sacerdote per la diocesi di Caserta il 26 giugno 1966 ed entra a far parte dell'Istituto secolare dei Missionari della Regalità di Cristo. Svolge il servizio di < a title="Parroco" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Parroco">parroco della parrocchia "Santa Maria Assunta" di Mezzano di Caserta, assistente diocesano dell'Azione Cattolica, rettore del seminario minore, docente dell'Istituto di Scienze Religiose, e diviene infine vicario generale. In questi anni ricopre inoltre il ruolo di presidente dell'Associazione Nazionale San Paolo Italia (ANSPI) e assistente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC), oltre ad operare attivamente presso la Fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni, fondata nel 1947 da don Salvatore D'Angelo. Il 16 febbraio 1999 viene elevato alla dignità episcopale, divenendo vescovo della diocesi campana di Alife-Caiazzo, succedendo in quella sede al defunto vescovo Nicola Comparone. Riceve l'ordinazione episcopale il 17 aprile 1999 dal cardinale Lucas Moreira Neves (coconsacranti il cardinale Michele Giordano e il vescovo Raffaele Nogaro) e, dopo qualche giorno, prende possesso nella cattedrale di Alife. Il 25 aprile 2009 viene nominato vescovo di Caserta, succedendo a Raffaele Nogaro, dimissionario per raggiunti limiti di età. È membro del Consiglio per gli Affari Economici e del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, due organismi della Conferenza Episcopale Italiana. Dal 15 gennaio al 19 febbraio 2011 ha ricoperto l'ufficio di amministratore apostolico di Aversa fino all'insediamento del nuovo vescovo Angelo Spinillo. La scomparsa di Mons. Pietro Farina ha destato molta commoz ione in tutto l’alto casertano, le terre in cui aveva esercitato il suo ministero prima di essere trasferito a Caserta, da cui sono arrivate testimonianze di affetto e di stima da rappresentanti sia nel campo sociale che in quello istituzionale. S.E. Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, ricorda di Mons. Pietro Farina l’entusiasmo, la determinazione, lo spirito di iniziativa e la profonda fede degli ultimi mesi. “La morte di Mons. Pietro Farina, vescovo di Caserta e già pastore della nostra Diocesi dal 1999 al 2009,  non ci sorprende, ma ci addolora molto.  E’ giunta a conclusione di una lunga sofferenza, iniziata nello scorso novembre, i n cui  l’uomo esteriore si andava disfacendo, mentre quello interiore si rinnovava di giorno in giorno (cfr Rm 5,5).  Infatti, l’esperienza della malattia è stata da lui accolta soprattutto come una grazia del Signore, che lo ha portato a ricentrare la propria vita sulla “cose di lassù” ed a considerare con maggiore spirito di fede la propria esistenza e la sua missione di cristiano e di vescovo. Aveva scelto come motto episcopale “Et resurrexit”, che ben manifestava il proposito di voler essere innovatore e risolutore di situazioni  intorpidite, caratterizzando il suo ministero episcopale con un dinamismo non comune. Tutti ricordiamo il suo entusiasmo e la sua capacità di semplificare i problemi e di farne intravedere la soluzione a portata di mano. Tale caratteristica lo rendeva talora  insofferente di fronte a ritardi presenti nel monto ecclesiastico e civile, a perseguirne con determinazi one, talora un po’ solerte, il superamento e a chiedere maggiore efficienza nella pastorale come nell’amministrazione dei beni della Chiesa. Sulle orme del Papa che lo aveva eletto Vescovo, il Beato Giovanni Paolo II, aveva un concetto alto della missione del vescovo e desiderava una chiesa attiva e rispettata, ben collegata con le istituzioni del territorio, capace di testimoniare la sua presenza efficace nella storia e di stimolare, con la forza della sua tradizione e del consenso che la circonda nelle nostre zone, politici e società civile a scelte più rispettose dei valori cristiani. Personalmente gli sono grato per l’accoglienza e la disponibilità che mi ha riservato all’inizio del mio ministero episcopale in Alife-Caiazzo, come pure dei tanti segni di sincera amicizia con cui mi ha sempre circondato. Lo accompagniamo con il nostro ricordo grato e soprattutto con la nostra preghiera nel suo ultimo viaggio, quello che lo ha condotto al cospetto del Signore, augurandogli che gli sia accanto come Madre dolcissima e misericordiosa, la Vergine Santa.”  Non sono mancate le testimonianze anche dal mondo politico come quella dell’On. Carlo Sarro per tanti anni sindaco di Piedimonte Matese. La scomparsa di Mons. Pietro Farina, ha ribadito l’On. Carlo Sarro, rappresenta un momento di vero lutto per l’intera Terra di Lavoro, non solo perché Egli è stato uno dei suoi figli più illustri, ma anche e soprattutto perché alle nostre comunità ha assicurato la sua azione pastorale sempre efficace, tempestiva ed intelligente. Io che ebbi il privilegio, in qualità di sindaco di Piedimonte Matese di accoglierlo, in occasione del suo ingresso, quale nuovo Vescovo della diocesi di Alife-Caiazzo, ho potuto apprezzarne le straordinarie qualità umane, la generosa disponibilità e la sollecitudine pastorale che da subito lo resero un prezioso riferimento per tanti; non è un caso che il suo profondo legame con il nostro territorio sia rimasto inalterato anche quando fu destinato alla prestigiosa cattedra di Caserta. Il suo esempio a lungo continuerà ad illuminare il percorso di quanti lo conobbero e, sono certo, che anche per il futuro, la sua testimonianza di valori religiosi ed etici continuerà ad essere un importante punto di riferimento. Anche il Sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello ha voluto testimoniare il suo cordoglio per la scomparsa di Mons. Pietro Farina. Il primo cittadino matesino e il vescovo Farina sono stati fianco a fianco per ben due anni, dal 2007 al 2009, quando poi arrivò il nuovo vescovo Mons. Valentino Di Cerbo."Apprendo con dolore, dichiara Cappello, la triste notizia della scomparsa di Mons. Pietro Farina, Vescovo di Caserta già amministratore apostolico di Aversa nonché Vescovo della Diocesi di Alife-Caiazzo e mi unisco al cordoglio delle comunità dove ha esercitato con sollecitudine e rettitudine il Ministero episcopale. Da sindaco di Piedimonte Matese ho avuto modo di apprezzare l'operato del Vescovo e con piacere ricordo la coraggiosa e puntuale opera di radicamento del messaggio di Cristo e della sua Chiesa così come pure l'entusia smo quotidianamente profuso dall'alto prelato nel contribuire al cammino di rinascita spirituale del nostro territorio. Nell'esprimere le sentite condoglianze mie personali e di tutto il Partito Democratico provinciale, mi stringo con affetto alla famiglia di Mons. Farina e al popolo dei fedeli che perde una guida eccellente, puntuale e presente e a cui va la nostra riconoscenza e gratitudine per il servizio reso non solo alla comunità religiosa ma anche a quella civile".   Ecco come ricorda Mons. Pietro Farina il Prof. Marco Fusco ex Presidente del Consiglio Generale della Comunità Montana del Matese. “Non si può tener nascosto quanto è bello e grande, racconta il Prof. Marco Fusco, Monsignor Pietro Farina è più vivo che mai, lo sento e ne godo intimamente! Col vescovo Farina ho avuto un incontro d’anima veramente eccezionale. E’ stato per me un momento cruciale della mia carriera accademica l’aver avuto ad Isernia, monsignor Farina alla presentazione di un mio libro sull’opera e l’azione pastorale del vescovo Andrea Gemma di cui sono stato portavoce. Da questa esperienza illuminante per il mio itinerario esistenziale, è iniziata una profonda amicizia con monsignor Farina, culminata a metà degli anni 2000 nella diocesi di Alife-Caiazzo, con la mia nomina a presidente del consiglio della Comunità Montana del Matese. Questa carica mi ha consentito di entrare in comunione con il vescovo Farina e di affrontare insieme le tante problematiche del territorio. “Senza comunicazione non c’è comunione, senza comunione non c’è comunicazione”: è una delle frasi che mi ripetev a spesso. Insieme abbiamo lanciato l’inserto all’interno di Clarus dedicato al territorio matesino. Ricordo tutto di quei continui incontri in Episcopio a Piedimonte Matese: la delicatezza schiva anche in quella materia in cui egli era grandemente a me superiore. Umiltà e mitezza sono state le sue armi vincenti. La sua parola, i suoi innumerevoli e autorevoli interventi su ogni argomento dello scibile umano, hanno segnato profondamente la cultura della nostra terra. La sua “bella” immagine di Pastore premuroso parla nelle nostre chiese e per le strade, dovunque sia l’uomo. La sua una testimonianza quotidiana. Con la sua storia ci ricordiamo come “Dio trascuri perfino la Sua dignità per curare la nostra umanità”. Gli interventi di monsignor Farina, le sue battaglie, i suoi continui richiami all’essenza del Cristianesimo non sono altro che un ulteriore capitolo dell’unico grande libro al quale monsignor Fa rina ha dedicato la sua vita di sacerdote, di vescovo: l’annuncio del Vangelo, l’annuncio di Gesù incarnato, morto e risorto per noi, riproposto senza sconti e senza fronzoli in ogni circostanza della vita e della storia, compreso nell’ambito sociale e politico. La capacità di essere vicino alla gente, in special modo a chi soffre, ma anche la capacità di dire senza peli sulla lingua e senza giri di parole, la verità. La verità sull’uomo, sulla sua dignità, sul suo destino.  Resta la sua inobliabile e affascinante figura: ha deliziato tutti noi e la nostra comunità per il tempo che fu tra noi…Per questo ne sento vicinissima la celeste protezione. Grazie monsignor Farina!”
 

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